La testata internazionale
Meloni persona più potente d’Europa per Politico: “Rappresenta lo spirito del tempo, Musk chiama lei se vuole parlare con l’UE”
"In meno di un decennio è passata dall'essere liquidata come un'ultranazionalista estrema all'essere eletta premier e come una figura con cui si possono fare affari". Ma il ritratto dimentica i flop della premier
News - di Redazione Web
Per la testa internazionale Politico la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è la persona più potente d’Europa del 2025. “Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero da chiamare è quello di Giorgia Meloni”, si legge nell’articolo. Per Politico la premier, leader di Fratelli d’Italia, è interprete dello spirito del tempo, dello zeitgeist “sempre più radicale che fiorisce su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
E c’entrano le politiche migratorie – apprezzate anche da leader di centrosinistra come il tedesco Olaf Scholz e il britannico Keir Starmer – con i centri costruiti in Albania e gli accordi con Tunisia, Mauritania ed Egitto; la vicinanza all’imprenditore Elon Musk, l’anno scorso invitato anche alla convention di Fdi Atreju e quest’anno principale sponsor di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti; la sua organicità alle scelte della NATO sull’Ucraina e all’Unione Europea dell’Ursula von der Leyen bis.
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L’ascesa di Giorgia Meloni
“In meno di un decennio, la leader di destra di Fratelli d’Italia è passata dall’essere liquidata come un’eccentrica ultranazionalista all’essere eletta prima ministra d’Italia, affermandosi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari”, si legge su Politico che ricostruisce l’ascesa di Meloni e del partito passato dall’opposizione al governo Draghi al vertice della maggioranza come il partito più votato alle elezioni politiche del settembre 2022. Secondo l’ultima SuperMedia di sondaggi, pubblicata venerdì scorso, Fratelli d’Italia è al 28,9%. Per l’ultimo sondaggio SWG per il TgLa7 il partito della premier è al 28,8%. Imprendibile per tutti gli altri.
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La domanda che si pone la testata del gruppo editoriale Alex Springer è se la sua influenza, in virtù delle convergenze citate e di quelle con altri leader e governi di destra in Europa e non solo, possa estendersi anche oltre l’Italia. “L’incapacità dei politici convenzionali di contrastare una narrazione ultranazionalista sempre più popolare e la loro disponibilità a collaborare con Meloni sulla scena europea, consentono alla prima ministra italiana 47enne (che insiste nell’usare la forma maschile del suo titolo formale, il Presidente del Consiglio) di essere una persona forte in grado di esercitare un potere enorme in un momento in cui il continente manca di potenti centristi in grado di affrontarla”.
Politico ricorda come Meloni sia diventata la prima donna Presidente de Consiglio in Italia e come il suo governo sia già in carica da oltre due anni. “Gli esperti si aspettavano che le lotte intestine avrebbero inevitabilmente diviso la sua coalizione di governo di partiti di destra, e c’era poco appetito per lei a Bruxelles. Dopo anni di sopportazione delle buffonate dell’ungherese Viktor Orban, le principali figure dell’Ue non erano entusiaste dell’arrivo di un leader che aveva fatto campagna su ‘Dio, patria e famiglia’ e formato un governo con partiti simpatizzanti per il presidente russo Vladimir Putin. Ma negli ultimi due anni Meloni ha consolidato il suo governo come uno dei più stabili mai esistiti nell’Italia del dopoguerra”.
Il flop Meloni
Per quanto sia verosimile e a tratti condivisibile, il ritratto di Politico però dimentica tutti i fallimenti di Meloni e del suo governo, certo sostenuto dai venti di destra che come accennato soffiano dall’Atlantico e sulla stessa Europa, ma da anni. Per esempio Giovanni Floris, nel suo programma Dimartedì, aveva smentito una a una le fake news su crescita, export, spread, occupazione, occupazione femminile, povertà, salari e inflazione dichiarate dalla premier sulla Rai.
A marcare una netta differenza tra propaganda e dati. “Questo è il quadro della situazione al 24 ottobre 2024 – scriveva il direttore de L’Unità Piero Sansonetti in un editoriale – Giusto due anni e due giorni dopo l’insediamento del governo. Bisognerà fare qualche riflessione. La salute di un governo, ovviamente, non la misurano solo i sondaggi. I quali spesso sono volubili e spesso non sono molto veritieri. La salute di un governo la stabiliscono i fatti”.