La proposta di legge
Il Parlamento approvi legge su psicologo di base, una legge di civiltà
E' drammaticamente deficitario il secondo livello di intervento specialistico, ad iniziare dalla psicoterapia e l’organico di psicologi ad esso dedicato. Il bonus psicologo che abbiamo reso strutturale è importantissimo ma va integrato.
Il disagio mentale e il malessere psicologico sono fenomeni drammaticamente in crescita nel nostro Paese: un adulto su cinque soffre di questi disturbi, ma sono soprattutto i ragazzi (si registra il 50% dei casi tra i giovani tra i 18 e i 24 anni) a soffrirne a dimostrazione di una necessaria e rinnovata attenzione per istituire spazi, figure, strumenti, luoghi nuovi per un’efficace presa in carico territoriale.
Per questo motivo è urgente portare a compimento l’iter parlamentare della proposta di legge che istituisce la figura dello psicologo di base delle cure primarie: dobbiamo arrivare a sviluppare una figura con un rapporto di prossimità con le persone, le famiglie e le comunità, finalizzata a intercettare precocemente e diminuire il peso dei disturbi psicologici e organizzare e gestire l’assistenza psicologica decentrata rispetto ad alcuni tipi di cura. L’obiettivo centrale è prendere per mano le persone che non si rivolgono allo psicologo e lavorare preventivamente, promuovendo in modo attivo salute e benessere.
Da molti studi e ricerche emerge drammaticamente un problema radicato di stigma sociale che porta le persone a rifiutare di accedere alla richiesta di aiuto: il 47% dei pazienti rifiutano percorsi psicoterapeutici riabilitativi proprio per il timore di essere identificati o giudicati come “malati”, solo il 20% di loro chiede aiuto tramite il medico di base e un’altrettanta percentuale lo fa tramite il Pronto Soccorso o i familiari che si rivolgono poi ad altri specialisti. E ‘del tutto evidente l’urgenza di inserire questa figura nel sistema sanitario nazionale in modo capillare e radicato per garantire a tutti il diritto alle cure psicologiche.
Ricordo che lo scenario legislativo di riferimento ha una vita relativamente recente: è iniziato, infatti, solo pochi anni fa, nel 2018, quando in sede di conversione del c.d. Decreto Calabria fu approvato un emendamento bipartisan che modificò il dlgs 502/92, prevedendo che l’équipe che collabora nell’assistenza primaria con il medico di famiglia sia composta dallo psicologo e dall’infermiere. L’epidemia di Covid-19 ha aumentato i fenomeni di sofferenza e disagio psicologico, in particolare tra i giovani e i professionisti della salute: il Parlamento e i governi che si sono succeduti hanno implementato interventi di sostegno non strutturali, mentre le Regioni, in maniera autonoma, hanno anticipato il legislatore nazionale, approvando leggi regionali di istituzione dello psicologo di base con propri finanziamenti, avviando le assunzioni e attivando i primi servizi di psicologia primaria nelle aziende sanitarie.
Le Regioni che hanno già avviato questo servizio di psicologia di cure primarie sono undici e riescono a dare risposte ad oltre il 60% della popolazione italiana (Piemonte, Liguria Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), mentre nelle altre sono state comunque presentate analoghe proposte di legge che sono all’esame delle rispettive assemblee legislative. Contestualmente, le Regioni hanno finanziato il servizio di psicologia di assistenza primaria nelle Aziende sanitarie locali. È chiaro che occorra approvare una legge nazionale che armonizzi quelle regionali già essere e che garantisca l’attivazione del servizio di psicologia di assistenza primaria in tutto il Paese.
La legge nazionale su cui stiamo lavorando prevede – inoltre – che il Ministero della salute emani i criteri con cui realizzare il servizio, le collaborazioni con i servizi e presidi sanitari e sociosanitari, a partire, ovviamente, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, nonché che venga realizzato uno specifico accordo nazionale per la contrattualizzazione di questi professionisti e la regolamentazione del corso di formazione regionale propedeutico all’iscrizione alle graduatorie regionale. La proposta di legge, una volta attuata e a regime, potrebbe far assumere 5000/6000 psicologi per le cure primarie, una strategica immissione di capitale professionale negli organici aziendali per la prevenzione, cura e riabilitazione psicologica, ancora sottostimati; nel SSN sono già presenti oltre 5000 dirigenti, psicologi dipendenti e 2500 psicologi a convenzione specialistica ambulatoriale, nonché 2000/3000 borsisti e poche unità nella ricerca sanitaria.
Inoltre, è drammaticamente deficitario il secondo livello di intervento specialistico, ad iniziare dalla psicoterapia e l’organico di psicologi ad esso dedicato. Il bonus psicologo che abbiamo reso strutturale è importantissimo ma va integrato. Per fare tutto questo servono maggiori risorse: oggi alla salute mentale è destinato solo il 3,4 per cento del Fondo Sanitario Nazionale e con l’ultima legge di bilancio, invece, si è proseguito sulla drammatica via del definanziamento della sanità pubblica. Eppure, nel 2021 sono stati spesi 1,7 miliardi per accedere a un servizio di supporto psicologico e si stima che il numero di persone con disturbi emotivi sia aumentato del 25%. Chiediamo con forza un cambio di paradigma e, facilitando l’accesso allo psicologo di base, potremo costruire una relazione di fiducia continuativa nel tempo tra la persona che ha dei disturbi o dei disagi e questo primo livello di assistenza.
La politica, al di là delle logiche maggioranza e opposizione, dovrebbe promuovere maggiori convergenze su temi cruciali per la vita dei cittadini. Per questo, superando ogni timidezza e pregiudizio, è indispensabile che ad iniziare dal Governo si facciano scelte coraggiose e discontinue sulla tutela del benessere psicologico e sul contrasto al disagio psicologico. Il Parlamento approvi al più presto questa legge di civiltà: si tratta di un importante investimento a breve e medio termine, che non solo permetterà di risparmiare e qualificare la spesa sanitaria, ma migliorerà lo stato della salute individuale e collettiva e la tenuta sociale del Paese.
*Deputata Pd commissione affari sociali