La giornalista italiana arrestata
Perché Cecilia Sala è stata arrestata: la giornalista detenuta nell’inferno di Evin
La notizia è diventata pubblica solo ieri, 9 giorni dopo l’arresto dell’inviata. L’ambasciatrice italiana l’ha visitata in carcere: “Sta bene”. Non sono ancora state rese note le ragioni del fermo
Cronaca - di Umberto De Giovannangeli
Da nove giorni la giornalista Cecilia Sala, redattrice del quotidiano Il Foglio e autrice di podcast per la testata Chora news, è rinchiusa nel carcere di Evin a Teheran, in una cella di isolamento. La Farnesina, che ieri ha comunicato ufficialmente la notizia, ha avviato tutti i contatti possibili, ma solo ieri mattina l’ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei ha potuto incontrarla in carcere.
«Su disposizione del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio», si legge nella nota diffusa dalla Farnesina, che «in coordinamento con la Presidenza del Consiglio ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione». La famiglia è stata informata dell’esito della visita, e, conclude il comunicato, «in accordo con i genitori della giornalista la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda».
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“Cecilia Sala è stata arrestata a Teheran giovedì 19 dicembre ed è in carcere, in una cella di isolamento, da una settimana. È stata portata nella prigione di Evin, quella dove vengono tenuti i dissidenti, e il motivo del suo incomprensibile arresto non è ancora stato formalizzato. Rendiamo pubblica questa terribile notizia solo ora perché le autorità italiane e i genitori di Cecilia ci avevano chiesto di stare in silenzio, un silenzio che si sperava avrebbe potuto portare a una rapida liberazione, che purtroppo non c’è ancora stata”. A riferirlo è Chora Media, la podcast company italiana diretta da Mario Calabresi, per cui Sala cura il podcast quotidiano Stories.
“Cecilia – prosegue la nota – era partita il 12 dicembre da Roma per l’Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast Stories di Chora news. Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto. Conoscendo Cecilia, che ha sempre mandato gli audio per le puntate del podcast con estrema puntualità anche dal fronte ucraino nei momenti più difficili, ci siamo preoccupati e, insieme al suo compagno, il giornalista de Il Post Daniele Raineri, abbiamo allertato l’unità di Crisi del ministero degli Esteri. Abbiamo chiamato i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita. La mattina di venerdì non si è imbarcata sul volo di ritorno e la situazione si è fatta ancora più angosciante”.
“Poche ore più tardi il suo telefono si è riacceso: Cecilia ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata. Non ha potuto dire altro. Da quel momento è cominciata l’attività delle autorità italiane, in cui riponiamo tutta la nostra fiducia e con cui siamo in costante contatto, per capire cosa sia successo e per riportarla a casa. Solo dopo otto giorni, venerdì 27 dicembre, Cecilia ha potuto ricevere la vista in carcere dell’ambasciatrice italiana a Teheran. Cecilia Sala è una giornalista professionista che lavora per Chora news e per Il Foglio, e si trovava in Iran per fare il suo lavoro con lo scrupolo, la cura, la passione e la professionalità che tutti le riconoscono. La sua voce libera è stata silenziata e l’Italia e l’Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito. #FreeCecilia”, conclude la nota.
«Siamo molto preoccupati per il fermo in Iran della giornalista Cecilia Sala e seguiamo il caso da vicino e con grande apprensione». Con queste parole la segretaria del Pd Elly Schlein ha commentato la notizia dell’arresto della reporter italiana. «Chiediamo da subito al governo – continua Schlein – con cui siamo già in contatto, di mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda, chiarezza sui motivi di questo trattenimento e, soprattutto, a riportare Cecilia Sala in Italia quanto prima». Una richiesta che accomuna tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione. Free Cecilia. Subito.