Il Viminale, "un posto stupendo"
Salvini sogna il ministero degli Interni, Meloni pensa all’Albania e lo boccia: “Contenti del lavoro di Piantedosi”
Le dichiarazioni sperticate del leader del Carroccio dopo l'assoluzione per Open Arms: "Se qualcuno in passato poteva dire ‘Salvini non può andare agli Interni perché c'è un processo', adesso quest'alibi non c'è più"
News - di Redazione Web
A gennaio 2025 il governo Meloni punta a riprendere i trasferimenti dei migranti nei Centri costruiti in Albania, nonostante i flop sia da un punto di vista giudiziario – con il tribunale di Roma che non ha convalidato i trattenimenti – che da un punto di vista operativo – per le poche decine di migranti trasferiti e riportati indietro a costi spropositati. Previsto oggi a Palazzo Chigi un vertice con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Difesa Guido Crosetto e quello degli Affari Europei Tommaso Foti. “Mi pare che la Cassazione abbia sostanzialmente dato ragione al governo italiano sul fatto che è diritto dei governi stabilire quale sia la lista dei Paesi sicuri, mentre i giudici possono entrare nel singolo caso rispetto al paese sicuro ma non disapplicare in toto la normativa interna”, ha dichiarato Meloni nel punto stampa in Lapponia nell’ambito del vertice Nord-Sud.
Dello stesso avviso il ministro Matteo Piantedosi, secondo il quale i centri “sono pronti e saranno molto utili per velocizzare le procedure di riconoscimento della protezione a chi ne ha diritto, ma soprattutto del rimpatrio di chi non ne ha diritto. La recente sentenza della Cassazione ha confermato la possibilità di una prossima riattivazione dei centri che valuteremo proprio a partire da questo vertice”, come ha dichiarato a Il Corriere della Sera. Per il titolare del Viminale la Corte Europea non potrà decidere diversamente rispetto alla Cassazione “almeno non in termini tali da impedire del tutto che il progetto possa decollare ed essere efficace. Ho da sempre avuto fiducia nella giustizia, e il recente primo pronunciamento della nostra Cassazione me ne dà conferma”.
- Meloni insiste sui centri migranti in Albania e smentisce Salvini al Viminale: “Open Arms? Scelte politiche e non reati”
- Agli italiani non piacciono i Centri Migranti in Albania: i sondaggi sull’accordo del governo Meloni e sui partiti
- Migranti e Palestina, Mattarella sferza Meloni e il suo governo: “Il diritto d’asilo è sacro”
- Migranti in Albania, altro stop al “modello Meloni”: rientreranno in Italia, i giudici di Roma non convalidano il trattenimento
La Cassazione sui Centri Migranti e i Paesi Sicuri
La Cassazione, a proposito, aveva spiegato che, “nel ribadire che il giudice ordinario è il garante dell’effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo” resta “riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri. Il giudice ordinario quindi, non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri. Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale” però può “valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità” per la designazione dei Paesi Sicuri ed eventualmente “disapplicarla”. Sempre la Suprema Corte dovrà pronunciarsi sul nuovo decreto con la lista di Paesi Sicuri dopo il ricorso alle mancate convalide dei trattenimenti, comprese quelle nei centri in Albania. Il Procuratore Generale ha chiesto nei giorni scorsi di sospendere il giudizio sulla questione in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Il Viminale, Salvini, Piantedosi
E però nel frattempo il dibattito si sposta anche verso la stessa maggioranza, apparentemente unita nella linea politica, con Matteo Salvini – il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, vice primo ministro e segretario della Lega appena assolto nel processo Open Arms – che già sabato scorso non era riuscito a tacere il suo legame quasi sentimentale con il Viminale, “un posto stupendo” dove solo “per ora” non pensava di ritornare in quella posizione. Le sue dichiarazioni, nonostante tutte le rassicurazioni, avevano comunque fatto discutere. Piantedosi ha commentato al Corriere: “Salvini, in poco più di un anno, fece un ottimo lavoro al Viminale ed io ho avuto il privilegio di essere stato partecipe di quella stagione. Chi ora, in modo malevolo, vuole insistere a proporre una connotazione divisiva all’esito del processo di Palermo si deve rassegnare: ha prodotto l’effetto delle espressioni di apprezzamento del mio lavoro da parte del presidente Meloni e dello stesso Salvini”.
E in un certo senso è vero, nello stesso punto stampa in Lapponia la premier aveva dichiarato: “Penso che oggi siamo, sia io che Matteo Salvini, contenti del lavoro del nostro ottimo ministro degli Interni”. E però Salvini ieri è tornato sul punto, chiarendo l’unità del governo ma lasciando spazio ad altre speculazioni con parole ancora sperticate per il Viminale. “Al ministero degli Interni c’è un amico, una persona che ha la mia amicizia e la mia fiducia come Matteo Piantedosi. Sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della tranquillità e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello a cui tutti non potrebbero che ambire e se qualcuno in passato poteva dire ‘Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro’, adesso quest’alibi non c’è più, ma in questo momento sto bene dove sto”, ha detto ieri il vicepremier in un punto stampa a Milano. “E poi parlerò con Giorgia e con Matteo, questo governo è una squadra di amici e quindi vedremo”.