La crisi a Seoul
Corea del Sud, il presidente Yoon difende la legge marziale: “Parlamento è un mostro che distrugge la democrazia”
Yoon Suk Yeol rinnova le sue scuse ma rivendica quanto fatto il 3 dicembre scorso, quando con una decisione contestatissima instaurò la legge marziale in Corea del Sud, atto politico che il Parlamento bocciò all’unanimità mentre fuori dall’Assemblea nazionale infuocava la protesta dei cittadini, repressa dalle forze dell’ordine.
Il presidente sudcoreano è tornato a rivolgersi alla nazione con un discorso trasmesso in tv, il secondo dopo la dichiarazione di legge marziale e soprattutto dopo aver superato il voto sulla richiesta di impeachment dell’opposizione, voto fallito per non aver raggiunto il quorum nell’Assemblea.
Nel suo discorso Yoon ha ribadito in sostanza le accuse all’opposizione che erano state la giustificazione per dichiarare il 3 dicembre scorso la legge marziale: il presidente, espressione del Partito del Potere Popolare conservatore al potere dal 2022, ha accusato l’opposizione del Partito Democratico, che controllano il Parlamento, di aver trasformato l’Assemblea nazionale in un “mostro che distrugge l’ordine costituzionale della libera democrazia”, definendo “gruppi criminali” i politici responsabili del blocco dei lavori parlamentari e sostenendo che la dichiarazione di legge marziale fosse un “atto di governo” preso per proteggere la democrazia del Paese.
Nello stesso discorso il presidente Yoon si è nuovamente scusato “con le persone che sono state sorprese e si sono sentite in ansia a causa della legge marziale. Per favore, fidatevi di me e della lealtà nei confronti del popolo”, ha detto nel discorso di giovedì in tv, annunciando poi che non ha alcuna intenzione di dimettersi che “combatterà fino alla fine” contro i tentativi delle opposizioni di rimuoverlo dal suo incarico con una nuova procedura di impeachment.
Nonostante sia riuscito a “scampare” all’impeachment, su Yoon il ministero della Giustizia di Seoul ha aperto un’indagine per insurrezione e tradimento: nel caso in cui Yoon venisse incriminato e ritenuto colpevole rischierebbe l’ergastolo o la pena di morte. I presidenti sudcoreani in carica hanno l’immunità, che però non si estende alle accuse di tradimento e insurrezione.
Dopo le dichiarazioni del presidente, l’organo di controllo elettorale ha comunicato che il discorso di Yoon dimostra l’occupazione “illegale” durante la legge marziale.