Il voto a Seoul

Corea del Sud, il presidente Yoon Suk Yeol salvo dall’impeachment: niente quorum in Parlamento, fallisce il voto

Esteri - di Carmine Di Niro

7 Dicembre 2024 alle 14:03

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Corea del Sud, il presidente Yoon Suk Yeol salvo dall’impeachment: niente quorum in Parlamento, fallisce il voto

Yoon Suk Yeol per il momento è salvo. Il presidente della Corea del Sud è infatti uscito indenne dal voto in Parlamento sulla mozione di impeachment presentata dalle opposizioni contro il leader del Partito del Potere Popolare dopo che lo stesso Yoon martedì sera aveva imposto la legge marziale, poi revocata dopo sole 6 ore per il voto contrario del Parlamento, tra clamorose proteste di piazza per quello che si stava prefigurando come un “auto golpe”.

Il voto sull’impeachment

Il presidente sudcoreano è scampato alla rimozione con una strategia ben precisa del suo partito: 105 dei 108 parlamentari del PPP (che nell’Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale del Paese, sono minoranza) hanno lasciato l’aula prima che iniziassero le operazioni poiché il voto è segreto e potrebbero esserci voti in dissenso con la linea.

Una mossa che ha impedito il raggiungimento del quorum dei 200 voti sui 300 del Parlamento: le opposizioni ne hanno infatti 192, avrebbero avuto bisogno di almeno otto dissidenti del Partito del Potere Popolare per ottenere l’impeachment. Tra i tre a rimanere in aula c’è Ahn Cheol-soo, un professore diventato politico che si è candidato alla presidenza nel 2012, 2017 e 2022. Ahn aveva ripetutamente affermato di voler votare per l’impeachment se il presidente non si fosse dimesso volontariamente prima del voto.

“Con un totale di 195 voti, il numero di deputati che ha votato non ha raggiunto la maggioranza richiesta dei due terzi del totale. Pertanto, dichiaro che il voto su questa questione non è valido”, ha annunciato il presidente dell’Assemblea nazionale, Woo Won-shik.

Le ripercussioni del voto

Il destino di Yoon Suk Yeol appare comunque segnato. Il suo stesso partito, pur avendolo salvato dall’onta dell’impeachment, non lo sostiene: Han Dong-hoon, leader del PPP e suo rivale interno, ha sottolineato che è comunque inevitabile che il presidente si debba dimettere.  partiti di opposizione potrebbero presentare una nuova mozione di impeachment dopo l’apertura di una nuova sessione parlamentare mercoledì prossimo.

Ma paradossalmente il primo a lasciare dopo il voto odierno all’Assemblea nazionale è stato Han Dong-hoon, il leader del PPP, che si è dimesso dal suo incarico. Questa mattina, dopo il messaggio alla nazione d Yoon, Han aveva ribadito che “il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze, e le sue dimissioni anticipate sono inevitabili”.

Il discorso alla nazione

Prima del voto dell’Assemblea Yoon Suk Yeol era apparso alla nazione in un discorso tv di pochi minuti in cui si è “scusato sinceramente” per aver imposto la legge marziale, senza però presentare le due dimissioni.

Nel messaggio televisivo, annunciato da un comunicato del suo ufficio, Yoon ha anche affermato di voler affidare al suo partito il compito di prendere “misure per stabilizzare la situazione politica, compreso il mio mandato”. Ha inoltre promesso che non dichiarerà la legge marziale una seconda volta.

Yoon ha giustificato la legge marziale firmata martedì come una mossa “nata dalla mia disperazione in quanto responsabile ultimo degli affari dello Stato”. “Sono profondamente dispiaciuto e mi scuso sinceramente con i cittadini che devono essere rimasti molto scioccati”, ha ammesso rendendosi conto di aver “causato ansia e disagi” ai cittadini sudcoreani.

In merito alle voci secondo cui la legge marziale potrebbe essere nuovamente invocata, Yoon ha chiarito che “non ci sarà  assolutamente un secondo tentativo di emendamento costituzionale”.

La commissione sulla First Lady

Prima del voto sull’impeachment disertato dal Partito del Potere Popolare, il Parlamento aveva invece bocciato il disegno di legge per la creazione di una commissione di inchiesta guidata da un procuratore speciale sulla first lady Kim Keon Hee.

Con soli due voti, 198 a favore quando ne servivano 200 per l’approvazione, il disegno di legge non è passato. Il provvedimento chiedeva la nomina di un procuratore speciale per indagare su due accuse chiave che coinvolgono la moglie del presidente Yoon Suk Yeol: sul suo presunto coinvolgimento in un piano di manipolazione azionaria, e sulla presunta interferenza nelle nomine elettorali tramite un lobbista.

7 Dicembre 2024

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