Sono circa venti i casi scoperti nel carcere
Torturavano i detenuti, perché sono stati arrestati 11 poliziotti a Trapani
Per altri 14 sospensione del servizio, 46 gli indagati. “Violenze non episodiche, metodo per garantire l’ordine”, dicono i pm, “lanciavano urina sui detenuti”
Giustizia - di Frank Cimini
L’Ungheria è anche qui. Ieri l’ulteriore conferma è arrivata da Trapani dove 11 agenti della polizia penitenziaria sono finiti agli arresti domiciliari, altri 14 sono stati sospesi dal servizio, gli indagati sono in tutto 46. Torturavano i detenuti dice l’accusa. È la dottrina Delmastro, che si vanta di non voler fare respirare i detenuti nei nuovi blindati e che trova terreno fertile della democratura italiana.
Per capire basta sentire quello che dice nella conferenza stampa il procuratore capo della Repubblica di Trapani Gabriele Paci: “Nel reparto blu oggi chiuso per carenze igienico sanitarie venivano portati i detenuti in isolamento con problemi psichiatrici e psicologici e che subivano violenze e torture, Alcuni agenti agivano con violenza non episodica ma con una sorta di metodo per garantire l’ordine”. Il pm Giancarlo Caruso ha aggiunto: “A volte i detenuti venivano fatti spogliare e investiti da lanci d’acqua mista a urina, e praticata violenza quasi di gruppo gratuita e inconcepibile”.
Sono circa venti i casi scoperti nel carcere. Nel reparto dove avvenivano le violenze fino a quel momento non vi erano telecamere, ha spiegato ancora il procuratore – “in questa sorta di girone dantesco sembra leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo”. Un detenuto era stato denudato e costretto a camminare in corridoio, poi schernito per le dimensioni dei genitali con verificabile trauma psichico. L’indagine si sviluppa dal 2021 al 2023 sulla base delle dichiarazioni dei detenuti, approfondite e verificate. Il procuratore parla anche dello Stato di degrado e dello stress generale che si viveva nel carcere anche per gli agenti di polizia “ma questo non legittima assolutamente le violenze”.
Secondo il gip gli agenti hanno dimostrato una chiara propensione all’uso della forza come principale strumento per regolare i rapporti con la popolazione detenuta. Il presidente di Antigone Patrizio Gonnella invita “a fare piena chiarezza, il reato di tortura ha rotto il muro di omertà”. Secondo la UIL penitenziaria “il sistema patogeno favorisce le violenze, non ci sono mele marce, marcia è la cesta”. Il sindacato chiede anche: “Di che cosa si occupa il Dap, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria?”.
Il Pd e la Sinistra e Verdi chiedono al ministro della Giustizia Carlo Nordio di riferire in Parlamento sui fatti di Trapani. Il segretario del Sappe Donato Capece denuncia il rischio di una campagna mediatica contro la polizia spiegando che già in passato agenti finirono in carcere per fatti del genere ma in custodia cautelare e non in base a una condanna definitiva. Secondo Capece “c’è troppo clamore”.