Caos a Bruxelles
Maggioranza Ursula a pezzi, i Popolari votano con l’estrema destra sulla deforestazione: si fa largo la “maggioranza Venezuela”
Esteri - di Carmine Di Niro
La fragilissima “maggioranza Ursula” al Parlamento europeo, ancora in fase di costruzione e col rischio di implodere per i veti incrociati tra Popolari, Socialisti e Verdi sui vicepresidenti indicati dalla presidente della Commissione von der Leyen, l’italiano Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera, va in frantumi sulla “deforestazione”.
L’ultimo terreno di scontro è il regolamento sulla deforestazione, un insieme di norme che impone a commercianti e importatori di verificare che un bene immesso nel mercato non venga da un territorio recentemente disboscato. Il rinvio della legge, su cui era già stata siglata un’intesa nella “vecchia maggioranza Ursula”, è infatti passato con il sì dei Popolari, dei Conservatori dell’Ecr (il gruppo di Fratelli d’Italia) dei Patrioti, l’estrema destra di Le Pen, Orban e Salvini, e dell’Europa delle Nazioni Sovrane, il gruppo di cui fanno parte i neonazisti dell’Alternative für Deutschland.
Socialisti, Verdi e Sinistra hanno votato contro sia alle proposte di modifica presentate dal gruppo del PPE, che sposta l’applicazione del regolamento di due anni, che nella votazione finale: i Liberali del gruppo Renew si sono invece spaccati.
La fine della maggioranza Ursula?
L’esito del voto ha spinto il gruppo S&D, i Socialisti e Democratici di cui fa parte il Partito Democratico italiano, che ha la delegazione più folta al suo interno, a dichiarare che col voto sulla deforestazione la vecchia “maggioranza Ursula” non esiste più. “In coalizione con l’estrema destra, il Ppe ha indebolito le disposizioni chiave del regolamento Ue contro la deforestazione”, ha scritto il gruppo dei Socialisti in una nota, esprimendo “profonda delusione” per quello che considera un “significativo passo indietro per gli impegni ambientali dell’Ue”.
“Al momento la maggioranza Ursula non c’è più e lo si è visto anche oggi col voto sul regolamento sulla deforestazione”, spiegano fonti dei socialisti. “C’era un accordo di non proporre emendamenti alla proposta della Commissione che prorogava solo l’applicazione delle norme. Il Ppe invece non l’ha fatto, ha mantenuto degli emendamenti”.
La nuova maggioranza Venezuela
Al suo posto, per la seconda volta, emerge quella che è stata ribattezzata “maggioranza Venezuela”. Il riferimento è ad un primo voto che aveva unito tutte le destre presenti nel Parlamento europeo, dai Popolari ai Conservatori, passando per Patrioti e gli “impresentabili” dell’Europa delle Nazioni Sovrane.
Lo scorso 19 settembre una risoluzione riguardante il Venezuela, in cui si chiedeva il riconoscimento della presidenza di Edmundo González Urrutia come “legittima e democraticamente eletta”, il ripristino della democrazia nel Paese sudamericano, la condanna di Nicolas Maduro e il riconoscimento delle violazioni dei diritti umani da parte del regime, era passata (309 voti a favore, 201 contrari e 12 astenuti) con i voti del Ppe e di tutti e tre i gruppi della destra, contro Socialisti, Verdi e Sinistra e l’astensione dei Liberali di Renew.