Il grande cantautore
Pierangelo Bertoli, il figlio Alberto: “Ci portava a vedere Vasco Rossi e scoprì Ligabue, apprezzerebbe Brunori”
"Si è sempre speso per i diritti degli altri". Scoperto da Caterina Caselli, era costretto alla sedia a rotelle a causa della poliomielite. "Per 38 anni è salito nel suo appartamento dalla finestra, il Comune gli aveva assegnato una casa popolare al primo piano senza ascensore"
Cultura - di Redazione Web
Al figlio Pierangelo Bertoli aveva assolutamente sconsigliato di fare il cantautore. E invece, così è andata a finire. “L’unico concerto a cui ci portò – a parte i suoi – fu quello di Vasco Rossi e so che non sono in molti che lo avrebbero indovinato. Oggi credo che potrebbe piacergli Brunori, per i suoi contenuti importanti venati da un’ironia sottile. Brunori è uno che dice le cose come stanno”. Alberto Bertoli ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera in occasione dell’11esima edizione del premio dedicato al padre che si terrà l’8, 9 e 10 novembre al teatro Carani di Sassuolo.
Assegna un premio generale, altri ispirati ad alcune canzoni: A muso duro, Per dirti t’amo, Italia d’oro. Alberto Bertoli è direttore artistico con Riccardo Benini. “La rassegna dedica spazio a grandi nomi del panorama musicale italiano – si legge nelle note di stampa – ma anche ai cantautori emergenti. Nella serata finale, a seguito di selezioni che si tengono su tutto il territorio nazionale, viene infatti assegnato il premio Nuovi Cantautori consistente in un riconoscimento in denaro”. Quest’anno sarà assegnato a Claudio Baglioni, Filippo Graziani, Andrea Mingardi e Federico Sirianni.
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Bertoli aveva radici marxiste-leniniste, era ateo e anticattolico, testi poetici, impegno sempre presente. Per il figlio l’eredità di Pierangelo Bertoli sta soprattutto nell’indipendenza intellettuale, “lui probabilmente direbbe invece l’attenzione per i diritti, lui che si è sempre speso per i diritti degli altri, ma credo siano due aspetti collegati”. Si definiva analfabeta musicale. “Non aveva nemmeno la terza elementare, faceva errori grammaticali terrificanti, ma era poeta. Una volta gli chiesi come avesse fatto a scrivere A muso duro – un endecasillabo perfetto – senza nessuna preparazione scolastica. Mi rispose: ‘Che cazzo ho scritto? Tu ti fissi su queste cose, ma è facilissimo. Le cose sono più semplici di come le pensiamo”.
A scoprirlo fu Caterina Caselli e arrivò al grande pubblico, pur sempre da autore, nonostante la disabilità: era stato costretto dalla poliomielite alla sedia a rotelle. “Per 38 anni è salito nel suo appartamento dalla finestra, perché il Comune gli aveva assegnato una casa popolare che era al primo piano senza ascensore”. Bertoli scoprì anche Luciano Ligabue. “Pagò il suo primo album perché nessuna casa discografica voleva investire su di lui”.