Un barlume di speranza

Netanyahu ha ascoltato Biden, così il presidente Usa ha evitato il disastro con l’Iran

Levy su Haaretz: “L’incompetente amministrazione Usa è riuscita, per la prima volta dallo scoppio della guerra, a influenzarne il corso. Netanyahu ha ascoltato Biden ”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

30 Ottobre 2024 alle 16:00

Condividi l'articolo

AP Photo/Susan Walsh – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Susan Walsh – Associated Press / LaPresse

Tenue, certo, ma si è manifestato. Un barlume di speranza nella notte più lunga e tetra del Medio Oriente. A darne conto è l’icona vivente del giornalismo indipendente israeliano: Gideon Levy.

Annota Levy nella sua rubrica su Haaretz: “Quando Sabbath sarà finito – e questa rubrica viene scritta prima che ciò accada – la destra radicale si scatenerà contro questa decisione. Gli ex funzionari dell’establishment della difesa e i loro omologhi lo hanno già fatto sabato negli studi televisivi. La loro sete di sangue non è stata completamente saziata, il che è un’ulteriore prova della saggezza di questa decisione. E se qualcuno avesse ancora bisogno di una prova che la ragione momentanea si è impadronita di Israele, potrebbe, come al solito, affidarsi al leader dell’opposizione Yair Lapid. Egli si è scioccamente affrettato a condannare la decisione; voleva altro sangue. ‘La decisione di non attaccare obiettivi strategici ed economici in Iran è stata sbagliata’, ha dichiarato lo stratega, superando Netanyahu, e non per la prima volta, a destra. Quando si parla di guerrafondai, Lapid ha dimostrato ancora una volta che non c’è alcuna differenza tra lui e l’estrema destra e che in Israele non c’è opposizione alla guerra. Ecco perché non abbiamo bisogno di lui, ma di Itamar Ben-Gvir”.

Sembra un paradosso, l’ennesima di una tragedia senza fine. Ma a volte i paradossi contengono una verità. Che Levy dipana così: “Se Israele non farà un buco nell’acqua e se l’Iran darà prova di analoga moderazione, sabato ci siamo salvati da un altro disastro, forse più grave di tutti quelli precedenti. Non è scoppiata alcuna guerra tra Iran e Israele. L’incompetente amministrazione statunitense è riuscita, per la prima volta dallo scoppio della guerra, a influenzarne il corso. Dopo un anno in cui gli Stati Uniti hanno soddisfatto tutti i desideri e le esigenze di Israele, senza alcun vincolo, un anno in cui Israele non ha aderito a nessun consiglio, avvertimento o supplica da parte degli americani, Israele ha acconsentito alla richiesta della superpotenza”. E qui c’è il primo, fondamentale, scarto col passato.

Rileva Levy: “Contrariamente a tutte le aspettative e ai precedenti, Netanyahu ha ascoltato il presidente Joe Biden, che avrebbe preferito che Israele non attaccasse affatto, certamente non alla vigilia delle elezioni americane, ma l’amministrazione può convivere con un attacco limitato. Forse è grazie all’amministrazione che si è evitata una calamità. Tutto questo sembra troppo bello per essere vero. È possibile che nel momento in cui queste parole vengono pubblicate, la situazione sia già ribaltata. Ricordo un caso in cui Netanyahu si meritò un elogio per aver saggiamente accettato un piano delle Nazioni Unite per risolvere il problema dei richiedenti asilo giunti in Israele. Al sorgere del sole, Netanyahu aveva fatto marcia indietro, a causa delle pressioni esercitate dai razzisti e dagli xenofobi del suo schieramento. Bisogna sperare che questa volta tenga fede alla sua prudenza, nonostante le critiche di cui sarà oggetto”. Detto da uno dei più combattivi censori di Bibi…

Incalza Levy: “Ci si può chiedere a cosa servisse l’attacco di sabato, se non al desiderio di placare, anche solo in parte, chi cercava vendetta per il precedente attacco dell’Iran. Si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno dell’attacco di rappresaglia. Ma quando il danno inflitto a Israele è stato così minimo, è meglio non porsi questa domanda”. La realtà, sottolinea Levy, è che “Israele ha dimostrato all’Iran quello che sapeva da tempo: che Israele ha una superiorità militare totale nella regione e la palla è ora nel campo dell’Iran. Se anche lì la ragione vince, ci siamo salvati da un disastro, almeno per ora”. Un barlume di speranza, si diceva. Che non cancella i disastri che continuano a marchiare, col sangue, quella disastrata, e cruciale, area del mondo.

Ricorda Levy: “Sabato non è stato risolto nulla. Le guerre a Gaza e in Libano continuano a pieno ritmo e non accennano a diminuire. L’Iran è ancora un acerrimo nemico e lo sono anche i suoi proxy. La soluzione non sarà mai militare. Il sangue continua a essere versato da tutte le parti, inutilmente, e con esso la sofferenza e il terrore inimmaginabile degli ostaggi, delle loro famiglie, degli sfollati in Israele e dei tre milioni di sfollati a Gaza e in Libano, che si muovono avanti e indietro senza presente né futuro. La fine delle sofferenze di Gaza non è nemmeno all’orizzonte. Non c’è giorno senza decine di vittime, senza crimini di guerra commessi da Israele, senza bambini morti o storpi, terrorizzati e orfani. Ma in mezzo a tutta questa disperazione, sabato è apparso un tenue barlume di speranza. Israele ha agito con ragionevolezza e moderazione. È vero, si può contare sul fatto che tornerà alle sue vecchie abitudini, ma in questi giorni neri, anche un tenue barlume di speranza è quasi un evento formativo”, conclude Levy. Un barlume, ma che può crescere. Già questo è un segno di speranza. Di questo tempi, non è poca cosa.

30 Ottobre 2024

Condividi l'articolo