L'indagine milanese
Inchiesta sugli “spioni”, anche Ignazio La Russa e il figlio Geronimo nel mirino: violata mail di Mattarella
Se per il procuratore di Milano Marcello Viola “l’interesse” del gruppo di “spioni” riconducibili alla società di investigazioni private Equalize “era più centrato sul mondo dell’economia e dell’impresa”, è altrettanto evidente che alte cariche dello Stato sono finite nel loro mirino.
È il caso del presidente del Senato Ignazio La Russa, finito nella rete di hacker-spioni dell’agenzia gestita da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano (estranea all’inchiesta), e dall’ex “super poliziotto” Carmine Gallo, per anni in servizio alla Squadra mobile di Milano.
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A darne conto è Repubblica. Nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e dal pm Francesco De Tommasi emergono infatti intercettazioni di Pazzali a due tecnici di fiducia a cui assegna i compiti di dossieraggio.
Il periodo è quello di maggio 2023 e Pazzali chiede ai suoi di preparargli un report sul presidente del Senato Ignazio La Russa. “Diciotto luglio, esatto. Abita in via…”, dice Pazzali nella telefonata intercettata. A essere coinvolto è anche Geronimo La Russa, figlio della seconda carica dello Stato: “E metti anche un altro se c’è… Come si chiama l’altro figlio? Eh… Geronimo”, dice ancora Pazzali.
La Russa che è intervenuto pubblicamente sulla storia che lo vede coinvolto assieme al figlio, sottolineando di “conoscere da anni Enrico Pazzali, che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data”. Il presidente del Senato in ogni caso si dice “stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi”, mentre per quanto riguarda i figli la seconda carica dello Stato evidenzia di sentirsi “disgustato” perché i due devono “pagare la “colpa” di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati”.
Ancora più inquietante, tra le persone sorvegliate potrebbe esserci anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. I magistrati della Procura di Milano scrivono infatti che Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, un altro degli arrestati, “lasciano intendere di aver intercettato (…) un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella o comunque di essere riusciti (…) a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account”.
Non a caso le parole che usa il pm Francesco De Tommasi riferendosi alla banda di spioni sono di un certo peso: il magistrato scrive che “non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese”
Per il pm si tratta di “soggetti pericolosissimi” perché attraverso le attività di dossieraggio abusivo creavano “vere e proprie banche dati parallele vietate e con la circolazione indiscriminata di notizie informazioni sensibili, riservate e segrete, sono in grado di ‘tenere in pugno’ cittadini e istituzioni”.