La storia
Chi è Alberto Gimignani, l’attore assolto dopo 10 anni di gogna: “Ero innocente, non ho più lavorato”
Un incubo durato oltre dieci anni in cui, sottoposto ad una incredibile gogna mediatica, si è visto compromettere e andare a rotoli una avviata carriera da attore.
È la vicenda che vede protagonista l’attore Alberto Gimignani, 63 anni, già volto tv noto per i suoi ruoli in “Distretto di polizia”, La Piovra”, “Un Posto al Sole” e altre fiction e film come “La Famiglia” di Ettore Scola” “Ricordati di me “di Gabriele Muccino e “Cado dalle nubi” con Checco Zalone.
Le accuse e l’arresto
Nel luglio del 2014 Gimignani venne arrestato con l’accusa di ricettazione e riciclaggio: all’attore veniva contestato di essere il “tecnico” di una banda che rubava e rivendeva telefonini. A oltre 10 anni dai fatti è arrivata l’assoluzione con formula piena.
Gimignani, spiegano i legali della difesa, Daria Grimani e Pierluigi Rossi, “finì in carcere per oltre due settimane e sei mesi agli arresti domiciliari. La notizia andò in apertura di molti Tg nazionali, sulle prime pagine dei giornali e dilagò in rete. Solo ieri, 24 ottobre 2024, la Prima Sezione del Tribunale Ordinario di Roma lo ha assolto in primo grado con formula piena perché il fatto non sussiste“. “Ora si continuerà a lavorare – spiegano i difensori – affinché al nostro assistito, che si è sempre dichiarato innocente, sia restituito il giusto risarcimento non solo per la lunga attesa, ma anche per quella gogna mediatica che gli ha gravemente compromesso la carriera di attore”.
Gimignani: “Assoluzione emozione più grande dopo nascista di mio figlio”
In uno sfogo con Loredana Errico dell’agenzai AdnKronos, Gimignani racconta come quella di ieri è stata “una sentenza liberatoria”, perché “in questi anni la mia carriera si è fermata”. L’attore parla anche del momento in cui tutto è crollato, quando è stato travolto dall’inchiesta: “All’epoca ero negli Stati Uniti da mio figlio. Ero là, quando mio padre mi ha chiamato dicendomi che mi cercava la polizia. Pensavo a uno scherzo, mio padre era un burlone”. Da quel momento in poi fino a ieri mattina, racconta l’attore, “è stato un cambio di vita totale. La mia professione ha subito un arresto immediato. Ho sempre lavorato in radio e avevo anche dei buoni crediti, ma questo ha bloccato tutto. Da quel momento in poi non ho quasi più lavorato”.
Gimignani ha trascorso 16 giorni nel carcere romano di Regina Coeli e sei mesi agli arresti domiciliari. Dopo 10 anni la sentenza di assoluzione, “la cosa più liberatoria, l’emozione più grande che ho provato dopo la nascita di mio figlio”.
Pesantissime le ripercussioni sul lavoro dell’arresto e del limbo in cui è precipitato in questi dieci anni. Gimignani racconta di aver lavorato, ma di aver fatto “pochissime cose marginali, ma non certo le fiction o i film in prima serata che facevo fino a luglio del 2014. Mi sono reso conto che una notizia del genere non si risolve in due o tre mesi, come pensavo. Ho cambiato vita, ho lavorato in Francia, e questo mi ha un po’ salvato dal congelamento artistico che invece in Italia è stato messo in pratica”.