Il nuovo decreto-legge
I migranti non sono pacchi, sono naufraghi: recuperiamo una visione di umanità e accoglienza
Sos Mediterranée continua a ribadire come la propaganda politica e la ‘difesa dei confini’ sono i fattori guida di tutto l’impianto legislativo che l’Italia sta mettendo in piedi, anteponendoli sempre alla tutela della vita umana in mare.
Politica - di Valeria Taurino

Questo nuovo decreto-legge non risolve il tema della definizione di Paese sicuro. Proprio il nodo centrale dell’impianto, cioè la creazione di discriminazioni tra naufraghi sulla base della provenienza (ma anche del sesso e dell’età), è in conflitto con quanto disposto dal diritto marittimo internazionale che invece impone un obbligo di soccorso, assistenza e tutela “indipendentemente dalla nazionalità o dalle circostanze delle persone in pericolo in mare” (Solas, Capitolo V; Sar, Allegato, Capitolo 2; Linee guida Imo, Ris. MSC.167(78).
Il vero punto problematico è il tema della vulnerabilità. L’Accordo Italia-Albania si basa su un criterio di selettività rispetto al concetto di vulnerabilità. Il governo italiano ha dichiarato che “bambini, donne incinte e altri soggetti vulnerabili’ non saranno portati in Albania”. Tuttavia, attualmente non esistono garanzie o salvaguardie per identificare questi gruppi e assicurarsi che siano esenti da detenzione e deportazione. Abbiamo forti preoccupazioni sui criteri che possono determinare la “vulnerabilità” o meno che darebbe diritto a trattamenti differenziati: si tratta di valutazioni complesse che richiedono tempo e attenzione. Ancora una volta, si finisce per complicare il soccorso in mare che invece dovrebbe essere tempestivo e finalizzato esclusivamente alla tutela della vita umana in mare e non sottoposto a strumentalizzazione politica.
Sos Mediterranée continua a ribadire come la propaganda politica e la ‘difesa dei confini’ sono i fattori guida di tutto l’impianto legislativo che l’Italia sta mettendo in piedi, anteponendoli sempre alla tutela della vita umana in mare. Assistiamo inoltre da parte di alcuni esponenti politici a un linguaggio deumanizzante, sprezzante della vita umana, davanti al quale facciamo appello all’opinione pubblica perché recuperi una visione di umanità e accoglienza.
*Direttrice di Sos Mediterranée Italia