Il caso Albania
Magistrati spaccati: Area e MD difendono Patarnello, Magistratura Indipendente strizza l’occhio a Meloni
Dopo la mail nella quale l’esponente di Md invitava alla lotta contro la visione della Meloni. Santalucia: “Letta per intero non può essere strumentalizzata”
Cronaca - di Angela Stella
“Non dobbiamo fare opposizione politica ma difendere la giurisdizione” e auspicare “che l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo”: parole chiare, quasi banali, quelle sul caso Albania da parte del magistrato Marco Patarnello di Magistratura democratica all’interno di una mailing list interna alle toghe. Eppure Governo e maggioranza da due giorni lo demonizzano per ingaggiare una guerra contro la magistratura. E non passa inosservata la posizione della corrente conservatrice dell’Anm, Magistratura Indipendente, che decide di distinguersi per l’ennesima volta dagli altri gruppi associativi, strizzando l’occhio a Palazzo Chigi.
Infatti ieri la presidente Miccichè e il segretario Galoppi hanno inviato una nota: “Le recenti affermazioni di un collega ci impongono una riflessione che, senza alcun intento polemico, è essenziale per la vera salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, di qualsiasi partito politico, non è mai un avversario da fermare o da combattere, ma un interlocutore istituzionale da rispettare. Sempre. Deflettere da questo principio significa indebolire la funzione giudiziaria compromettendone il ruolo e la funzione costituzionale”. Qualche ora prima però era stato lo stesso presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a dire: “Se si legge per intero quella mail si capisce che non può essere strumentalizzata”. La difesa del collega era arrivata ovviamente anche da Md: “La mail di cui si parla si inserisce in una discussione in cui sono state espresse molte e diverse opinioni, alcune delle quali anche più dirette e forti, e che derivavano dallo sconcerto – tra tutti i magistrati e non certo solo tra quelli di Magistratura democratica – per le reazioni di rappresentanti delle istituzioni governative di fronte ad alcune pronunce in materia di immigrazione che non un fine giurista, ma anche un semplice attento lettore di giornali avrebbe potuto facilmente prevedere: se il ‘modello Albania’ confligge con le regole a cui l’Italia aderisce, ad esse è destinato a cedere, con buona pace di chi a quel ‘modello’ affida parte delle sue chances politiche. Né i giudici, nel decidere sui diritti delle persone, devono o possono farlo solo come fa piacere a chi governa”.
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Noi abbiamo raccolto la replica di Giovanni Zaccaro, Segretario di AreaDg: “Si guarda il dito e non la luna. Berlusconi attaccava i magistrati soprattutto per difendere sé stesso e le sue aziende. Oggi si moltiplicano le polemiche contro la funzione giudiziaria in sé. Il tema è serio, riguarda l’assetto costituzionale: il lavoro dei giudici e degli avvocati è difendere i diritti e le garanzie di tutti e sempre, anche se le maggioranze di turno non sono d’accordo. I magistrati devono comunicare in pubblico con pacatezza come fa il presidente Santalucia ma la mail di Patarnello è una comunicazione privata e dopo averla letta, mi pare anche molto sobria. Mi spiace che qualcuno ne voglia approfittare per costruire una pretesa opposizione politica al governo (che proprio l’autore della mail scrive di non dovere fare) o peggio per creare distinzioni e distinguo nei magistrati”.
Anche Unicost, benché non nettamente a favore di Patarnello, si schiera diversamente da MI: che “diritto comunitario prevalga sul diritto interno è un concetto acquisito al diritto da decenni e il Giudice applica la legge, nazionale o sovranazionale, non fa politica. […]La magistratura tutta deve essere ferma e unita perché qualsiasi tentazione di divisione interna risulta estremamente pericolosa”. Dunque MI rimane isolata all’interno dell’Anm. Questa spaccatura è prodromica dello scontro che avverrà a breve per eleggere all’inizio del nuovo anno i nuovi vertici del ‘sindacato’ delle toghe. Tale ennesima posizione, definita da alcuni di ‘collateralismo’, da parte di MI quanto gioverà loro elettoralmente? Meloni sarebbe pronta a dare lo sprint alla riforma della separazione delle carriere. E nella maggioranza il cantiere di nuove norme che intaccano il lavoro della magistratura è sempre aperto. Da che parte sta la maggioranza della magistratura? Con chi rimane indulgente col Governo o con chi difende autonomia e indipendenza delle toghe?