Il rastrellamento 81 anni fa
Razzia nel ghetto di Roma, più di mille deportati ad Auschwitz
Finché non saremo capaci di indignarci per il massacro dei palestinesi senza perdere un briciolo dell’amore dovuto al popolo ebraico, non riusciremo a costruire una civiltà moderna, pacifista, solidale, garantista.
Editoriali - di Redazione Web
Ieri era il 16 ottobre. Ottantunesimo anniversario della razzia nel ghetto di Roma. Cioè del giorno nel quale i nazisti catturarono più di mille ebrei e li deportarono ad Auschwitz. Ne tornarono solo 16.
Se volete conoscere la storia di quella infernale giornate, una delle giornate più atroci e infami della storia dell’umanità, leggete il libro di Giacomo Debenedetti, che è edito dalla Nave di Teseo e contiene uno scritto struggente, travolgente, di Natalia Ginzburg. Natalino Sapegno definì il piccolo libro di Debenedetti “bellissimo per vigore e rievocazione e lucidità di giudizio”. Leggerlo serve a ricevere quella scossa di emozioni che è molto importante per capire e ricordare la storia.
La storia va ricordata. La Shoah è stata uno degli avvenimenti più importanti e devastanti della storia del novecento. Capirla, interiorizzarla e ricordarla sono passaggi essenziali per la formazione di una coscienza civile. Il crescere dell’antisemitismo, al quale stiamo assistendo, è una sciagura. Finché non saremo capaci di indignarci per il massacro dei palestinesi senza perdere un briciolo dell’amore dovuto al popolo ebraico, non riusciremo a costruire una civiltà moderna, pacifista, solidale, garantista.