In Cisgiordania
Ucciso comandante del gruppo armato palestinese Jihad Islamico, Muhammad Abdullah eliminato da Israele
L'attacco aereo nel campo profughi Nur Shams. Il predecessore Muhammad Jabber ucciso a Tulkarem appena lo scorso agosto
Esteri - di Redazione Web

Mohammad Abdullah era il capo supremo della Jihad Islamica, gruppo terroristico palestinese di credo sunnita, era stato nominato da poco: da quando ad agosto il predecessore Muhammad Jabber era stato ucciso in uno scontro con i soldati israeliani nella città occupata di Tulkarem. L’esercito israeliano ha fatto sapere di averlo ucciso nel campo profughi di Nur Shams, in Cisgiordania.
Sarebbe morta anche un’altra persona nell’attacco: secondo l’agenzia di stampa Wafa, la seconda vittima era Awad Omar, della vicina città di Bal’a e che i corpi dei due sono stati sequestrati dalle truppe israeliane. Secondo l’esercito israeliano Abdullah era responsabile dell’organizzazione di attività terroristiche nell’area. Le Idf ha fatto sapere di aver trovato fucili semiautomatici e giubbotti antiproiettile addosso alle due vittime.
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Cos’è il Jihad Islamico
Il Jihad Islamico è il secondo gruppo armato per grandezza nella Striscia di Gaza. Persegue l’obiettivo di creare uno stato islamico nell’area della Palestina. È stato fondato nel 1981 dal medico palestinese Fathi Shaqaqi e dal predicatore musulmano Shaykh Abd al-Aziz Awda, nato nel campo profughi di Jabalia. Entrambi si trovavano in Egitto, dove era nato alla fine degli anni ’20 il movimento islamico-politico dei Fratelli Musulmani che ispirò i due. È un movimento sunnita, nato prima e considerato anche più estremista di Hamas. E come Hamas è appoggiato dall’Iran, Paese protagonista dell’Islam sciita.
I fondatori vennero espulsi dall’Egitto nella Striscia e cominciarono la loro lotta armata. Il gruppo si spostò prima in Libano e poi a Damasco, in Siria. Ramificazioni sono presenti anche in Iran e in Sudan. La componente militare è composta da piccole cellule. Ha partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, prelevando una ventina degli ostaggi sequestrati a Gaza. Ha rifiutato ogni compromesso o riavvicinamento compresi gli Accordi di Oslo del 1993 quando israeliani e palestinesi si riconobbero per la prima volta come legittimi interlocutori.