Dopo le tasse, nuovi fronti
Nomine e dossier, nel centrodestra è guerra civile
A questo elemento di tensione nella maggioranza si aggiunge la sconfitta subìta nella scelta del nuovo giudice costituzionale, la nuova sconfitta che ha imposto un rinvio nella nomina del presidente della Rai, e la guerra tra capi di Fratelli d’Italia sulla scelta del nuovo capo dei carabinieri.
Politica - di Redazione Web
Ieri il Copasir ha ascoltato il ministro della difesa Guido Crosetto sull’affare dossier. Crosetto è stato il primo a denunciare l’attività illegale di spionaggio – che forse è ancora in corso – realizzata con la partecipazione della Procura nazionale antimafia. 250 mila cartelline con i segreti e la vita privata e gli affari di altrettante persone, cartelline in parte distribuite a giornalisti amici.
Quel che colpisce, oltre all’enormità del fatto, è che su questo scandalo è calato il silenzio. A parte le denunce di Paolo Mieli e di pochi altri, sta prevalendo una grande omertà. Un po’ perché sono coinvolti i giornalisti, un po’ perché è coinvolta la magistratura, un po’ perché a quanto pare la destra è in parte vittima e in parte carnefice. E questo ha scatenato la guerra in particolare tra Crosetto, che sicuramente è vittima, e il sottosegretario Mantovano che è il responsabile dei servizi segreti.
A questo elemento di tensione nella maggioranza si aggiunge la sconfitta subìta nella scelta del nuovo giudice costituzionale (per la quale Meloni è furiosa), la nuova sconfitta che ha imposto un rinvio nella nomina del presidente della Rai, e la guerra tra capi di Fratelli d’Italia sulla scelta del nuovo capo dei carabinieri.