L'inchiesta a Perugia
Dossier su politici e vip, indagato il pm antimafia Laudati: la “spy story” nata dalla denuncia di Crosetto
Nella rete, oggetto di dossieraggio, erano finiti il ministro della Difesa Guido Crosetto, da cui è partita la segnalazione “decisiva”, ma anche la collega di governo Daniela Santanchè, il presidente del Senato Ignazio La Russa, l’ex senatore Denis Verdini, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, l’ex calciatore Francesco Totti e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina.
Tutti spiati, secondo l’indagine in corso a Perugia, dal luogotenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e dal magistrato antimafia Antonio Laudati, formalmente ancora in servizio come sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, sebbene da tempo senza più incarichi in attesa del pensionamento, fra meno di due mesi.
Le accuse
L’indagine nei confronti di Laudati e Striano, coordinata dal Procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, vede come ipotesi di reato l’accesso abusivo a sistemi informatici e banche dati, ma anche falso e di divulgazione di informazioni riservate.
Laudati, riferisce oggi Repubblica, ha ricevuto un mandato a comparire dalla procura di Cantone: il magistrato però ha preferito non presentarsi facendo comunicare dal suo avvocato che intende avvalersi della facoltà di non rispondere.
Le Sos e i dossier contro politici e vip
Il finanziere Striano, che lavorava nel gruppo coordinato da Laudati presso la Dna, lo ha chiamato in causa per la lunga serie di accesi abusivi alle banche dati che raccolgono le Sos, ovvero le movimentazioni di denaro sospette segnalate dalla Banca d’Italia. Interrogato la prima volta, come ricorda il Corriere della Sera, aveva infatti sottolineato di aver rispettato regole e procedure all’interno della Superprocura antimafia.
Per gli inquirenti invece si tratterebbe di accessi abusivi perché non avevano Sos per giustificarli: dunque l’input poteva essere per dare notizie alla stampa, per trasformali in notizie di reato o per fini ricattatori.
A Laudati, scrive Repubblica, sarebbe contestati quattro cadi di dossieraggio, alcuni anche non strettamente legati a personaggi pubblici. Il magistrato inoltre da Procuratore capo di di Bari indagò sulle ragazze “offerte” a Silvio Berlusconi dall’imprenditore Giampiaolo Tarantini.
L’indagine, come ricordato precedentemente, è nata da una denuncia del ministro Crosetto a seguito di un articolo del quotidiano Domani che parlava dei suoi compensi ricevuti da Leonardo, l’ex Finmeccanica, e da altre aziende del settore “armi” italiane.