Nei pressi di Sidone
Troupe Rai aggredita in Libano, morto d’infarto l’autista: “Inseguiti e spintonati, era l’anima della squadra”
Il racconto dell'inviata Lucia Goracci. "La nostra fixer aveva segnalato al locale Hezbollah la nostra presenza. Stavamo riprendendo senza problemi e la gente ci parlava". L'uomo lavorava da anni con la Rai tra Beirut e Gerusalemme
Esteri - di Redazione Web
Ahmad lavorava con l’ufficio della Rai di Beirut e di Gerusalemme da diversi anni. È morto dopo diversi tentativi di rianimazione, dopo che la troupe del Tg3 con la quale lavorava è stata aggredita in Libano, nei pressi di Sidone. Era l’autista della troupe, un infarto è stato fatale. A raccontare quello che è successo Lucia Goracci, storica inviata della Rai. “Non abbiamo parole per descriverne la profondità umana e la grande dolcezza”.
La troupe – composta da Goracci, l’operatore Marco Nicois, la fixer Kinda Malhlouf e l’autista – si trovava sul luogo di un bombardamento israeliano di qualche giorno fa. “La nostra fixer aveva segnalato al locale Hezbollah la nostra presenza. Stavamo riprendendo senza problemi e la gente ci parlava. Ma è spuntato un uomo, è andato verso Marco Nicois tentando di strappargli la telecamera. Abbiamo protetto Marco poi siamo tornati in auto pronti ad allontanarci in fretta. Sono arrivati altri che hanno preso a spintonare l’auto e l’uomo ha preso una grossa pietra. C’era chi lo tratteneva e chi lo aizzava”.
- Israele, 7 ottobre tra raid in Libano e razzi di Hamas su Tel Aviv: dopo 365 giorni nessuna soluzione contro le stragi
- Libano, scontri Israele-Hezbollah nel sud: attacco all’Iran sarebbe “imminente”, dubbi su morte Safieddine
- Israele invade il Libano e l’Iran lancia missili verso Tel Aviv: rischio escalation in Medio Oriente
- Perché Israele ha invaso il Libano: incursioni mirate per creare una zona cuscinetto
Cos’è successo alla troupe Rai
“Siamo andati via in auto veloci ma quest’uomo però apparentemente ci stava inseguendo e quando Ahmad si è fermato a un distributore questo ci è venuto addosso. Ha strappato le chiavi ad Ahmad, ha tentato di rompere la telecamera di Marco entrando attraverso i finestrini aperti mentre nessuno ci veniva in aiuto. Quando poi Ahmad ha tentato di convincerlo, uscendo dall’auto, a ridargli le chiavi, era un uomo buono, pacato, solido, è stato allora che si è accasciato a terra. È mancato, è caduto. Siamo corsi in ospedale, noi dietro l’ambulanza, ci hanno detto che era morto dopo tanti tentativi di rianimarlo”.
Chi era l’autista della troupe Rai morto in Libano
La squadra era collaudata, collaudati per i giornalisti del servizio pubblico italiano erano sia la fixer che l’autista, come si evince dal post di Maria Gianniti, inviata Rai e corrispondente da Gerusalemme. “Per me questo era il Dream Team di Beirut. E Ahmad, il secondo a destra, ne era l’anima. Oggi se n’è andato per un malore dopo aver difeso il suo gruppo di lavoro, Lucia Goracci, Marco Nicois e Kinda Maalouf, anche lei nella foto. Ha protetto le persone di cui si sentiva responsabile. Ma poi il suo cuore ha ceduto … Queste sono le persone che ci permettono di fare al meglio il nostro lavoro. E oggi è un giorno triste. Per tutti noi …”.
La troupe del Tg3 in Libano è stata aggredita questa mattina mentre documentava la situazione al confine con Israele. L’autista locale ha avuto un infarto ed è morto dopo il trasporto in ospedale. La testimonianza della nostra inviata pic.twitter.com/GftFKr5Wrd
— Tg3 (@Tg3web) October 8, 2024