La svolta a destra
Conte guarda a Meloni, il leader 5 Stelle sceglie la linea qualunquista per rovesciare Elly Schlein
Perché Conte ha scelto questa via? Probabilmente anche per ragioni congressuali. Ha paura di Grillo, che ne insidia la leadership, teme un ritorno del Movimento a meccanismi democratici che ne scalfirebbero l’autorità, e tenta di giocarsi tutto proclamando la lotta per l’indipendenza.
Politica - di Carlo Forte
Giuseppe Conte ha sfasciato il campo largo. Cioè, ha posto la parola “fine” sull’ipotesi di una alleanza tra il centrosinistra e i 5 Stelle per opporsi al centrodestra. Probabilmente terrà i 5 Stelle fuori dall’alleanza anche nelle prossime elezioni in Liguria, in Emilia-Romagna e in Umbria. Qual è lo scopo? A occhio l’obiettivo è uno solo: rovesciare Elly Schlein e aprire una crisi all’interno del principale partito di opposizione. È ragionevole pensare che Conte immagini che l’unica via per colpire il Pd sia fargli perdere le elezioni nelle tre regioni che andranno alle urne in autunno.
Il pretesto per fare saltare il tavolo è Renzi. Conte dice che non vuole avere niente a che fare con Renzi, non si sa bene perché. Dice che Renzi è responsabile della legge sulla Rai e del Jobs Act. Sicuramente è vero. Ma sono fatti che risalgono a 10 anni fa. Ed è sicuramente anche vero che dopo la stagione di Renzi venne la stagione di Conte e Salvini, cioè del varo dei decreti sicurezza – misure a forte ispirazione fascista – che Conte non solo firmò, ma delle quali si fece vanto. Oltretutto c’è da dire che la presenza della lista di Renzi in Emilia-Romagna era ben nota a tutti, e anche indiscutibile. Visto che – come ha fatto osservare ieri sera lo stesso Renzi – Italia viva fa parte della giunta regionale attuale. Non si capisce perché ne dovrebbe uscire.
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L’annuncio della rottura del fronte dell’opposizione è stata data da Conte in Tv, a Porta a Porta. Non risulta che sia stata discussa dagli organismi dirigenti del movimento. Per la verità, non risulta nemmeno che esistano organismi dirigenti del Movimento. I 5 Stelle oggi sono forse l’unico partito che può essere considerato a tutti gli effetti un partito personale. Che è passato dalla democrazia diretta all’autocrazia. Non si ispira più al principio dell’“Uno vale uno”, ma al principio del “Conta solo uno”.
La scelta di Conte non giunge del tutto inattesa. La sua insofferenza per il centrosinistra e per le politiche di sinistra è sempre stata abbastanza evidente. Del resto Conte non ha alle spalle nessuna storia di sinistra. Ora per lui inizia una nuova stagione. Che sicuramente non dispiace alla Meloni e al vecchio alleato Salvini. Perché Conte ha scelto questa via? Probabilmente anche per ragioni congressuali. Ha paura di Grillo, che ne insidia la leadership, teme un ritorno del Movimento a meccanismi democratici che ne scalfirebbero l’autorità, e tenta di giocarsi tutto proclamando la lotta per l’indipendenza.