Alle Gallerie d'Italia Intesa Sanpaolo
Andy Warhol a Napoli, la mostra del mito della Pop-Art con Elvis, Marilyn e Mao: “Maradona? Lo avrebbe ritratto”
Fino a febbraio in mostra alcune delle serigrafie più iconiche del Re della Pop-Art: Elvis Presley, Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung. Il rapporto di Warhol con Napoli: "Gli ricordava New York, una città ancora capace di creare il mito"
Cultura - di Antonio Lamorte
Già si parla di richieste di proroga, di prenotazioni che hanno riempito il calendario. Non è difficile crederci se si parla di Andy Warhol a Napoli: accoppiata che bando alla retorica ha a che fare con il mito, niente da invidiare ai legami tra Caravaggio e Napoli e tra Banksy e Napoli, tanto per dire, tanto per fare qualche parallelo salto nel tempo. “Sono sicuro che gli sarebbe piaciuta Napoli oggi, sono sicuro che si sarebbe strappato per fare una serie dedicata a Maradona”, ha detto nella conferenza stampa di TRIPLE ELVIS, la mostra al via da mercoledì 25 settembre al 16 febbraio 2024 presso Gallerie d’Italia – Museo di Intesa Sanpaolo a Napoli, il curatore Luca Massimo Barbero. Perché è importante non soltanto questo ritorno del Re della pop-art a Napoli, ma anche il come: con una serie di opere che inaugurano e consolidano ripetizione dell’immagine e ritratto di personaggi famosi.
El Pibe de Oro ci sarebbe stato benissimo – ci hanno pensato grafici e tipografi, basta farsi un giro per Napoli per vedere lo stile serigrafie replicato migliaia di volte sul Diez – ma Warhol morì nel 1987 dopo un intervento chirurgico alla cistifellea. Per la prima volta, intanto, a Napoli sono riuniti tre fondamentali cicli grafici dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, raccolta d’arte contemporanea formatasi tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento entrata nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo. A inaugurare tutto era stata l’opera Triple Elvis del 1963, quando per la prima volta Warhol lavorò sulla ripetizione dell’immagine in occasione della mostra “Elvis Paintings” alla Ferus Gallery di Los Angeles. Lo fece tramite la serigrafia – stampa e duplicazione di immagini fotografiche, prima dell’intervento con il colore acrilico – con la quale rivoluzionò il linguaggio della pittura. Meccanicità, serialità, impersonalità dell’esecuzione. A seguire i cicli dedicati a Marilyn Monroe, a Mao Tse-Tung ed Electric Chairs.
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Andy Warhol e Napoli
La prima volta nel 1975: Andy Warhol arrivò a Napoli su invito di Lucio Amelio, gallerista, collezionista e curatore che nel 1965 aveva aperto la sua Modern Art Agency, realtà riconoscibile a livello internazionale, luogo di ricerca e di incontro oltre che di esposizione di artisti di caratura mondiale. Amelio e Warhol si erano conosciuti a New York. Warhol realizzò una serie di ritratti in serigrafie proprio di Amelio, oltre che del Vesuvio conservato presso il Museo di Capodimonte ed esposte per la prima volta alla personale “Vesuvius by Andy Warhol” del 1985. 18 edizioni, tutte realizzate a mano, colori e toni sempre differenti, tutte con il vulcano in eruzione.
In un filmato delle teche Rai della trasmissione Variety, si vede Warhol con Joseph Beuys in un locale in Corso Vittorio Emanuele, a inizio degli anni ’80, scattare foto sul Lungomare e camminare tra i panni stesi nei vicoli della città. Disse dalla sua prima visita che Napoli gli sembrava per molti versi simile alla sua New York. Dedicò anche una serie di ritratti proprio a Beuys. “Lui dice: voglio essere una macchina”, ha spiegato Barbero che anche lui ha scoperto Andy Warhol grazie al gallerista a Napoli in gioventù.
“Warhol nel 1962 dipinge l’argento la sua Factory e comincia i suoi ritratti su argento. Diviene la fabbrica dei miti. Applica un’iterazione dell’immagine ed eternizzazione del mito: è tipico della nostra città, di questa città, una delle poche città ancora capace di far diventare insieme popolare e mitologica una figura”. Proprio il caso di usare un termine oggi stra-abusato: iconico. “Il viso di Marilyn è davvero iconico, utilizza un piccolo fotogramma del film Niagara, che è di dieci anni prima. Lo ingrandisce e lo replica come fosse un fotogramma. Mao è del 1972, quando a febbraio Nixon fa il grande viaggio in Cina e Warhol capta la figura del grande condottiero e lo fa diventare un personaggio colorato”.
Electric Chairs è la serie meno considerata ma più rivalutata dalla critica. “Abbandonata in una stanza, come se riprendesse De Chirico, altra sua grande passione. È la prigione americana per eccellenza”. Tutto era cominciato da Elvis: dal ragazzo che si apprestava a diventare una star mondiale a inizio anni ’60. Warhol sperimentò un fondo argento per la sua serigrafia e una ripetizione in tre momenti della stessa figura, l’immagine fu tratta da un fotogramma del film Flaming Star del 1960. “Warhol aveva capito una cosa: non è più possibile fare il capolavoro, ma devi fare una serie di capolavori. Un prodotto neutro che però è riconoscibile ovunque tu vada”. Si racconta che l’opera fu anche causa di un litigio tra l’artista e Bob Dylan. Gelosia.
L’opera ospitata a Napoli è stata esposta proprio a quella Andy Warhol: Elvis Paintings del 1963 a Los Angeles. È stato esposta soltanto in due occasioni negli ultimi vent’anni. La mostra è completata da un ritratto in una piccola opera del fotografo americano Duane Michals e da due Vesuvius della collezione Intesa. “Questo palazzo è legato alla storia della città, un luogo punto di riferimento della cultura per i turisti e per i napoletani – ha detto il sindaco Gaetano Manfredi – Parliamo di numeri stratosferici. Molto bella la contaminazione, dai vasi magno attici a Andy Warhol. Con lui c’è stato un rapporto molto intenso, ha amato la città in un periodo in cui malgrado grandi difficoltà politiche e sociali, Napoli ha vissuto una grande esperienza nell’arte contemporanea. Sarà un successo quasi scontato”.
La mostra di Andy Warhol a Napoli: quando e dove
L’esposizione fa parte del progetto “Vitalità del tempo”, a cura di Barbero, che approfondisce lati inediti delle collezioni della Banca. Al secondo piano del Palazzo è possibile ammirare opere di artisti come Fontana, Kounellis, Boetti e Sol Lewitt. Apertura da martedì a venerdì dalle 10:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 20:00. Lunedì chiuso, ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Costo del biglietto: intero 7 euro, ridotto 4 euro, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo. Per informazioni e prenotazioni, visitare il sito ufficiale di Gallerie d’Italia.