L'attacco
Cercapersone esplosivi, detonazioni in Libano e Siria: nel mirino i miliziani di Hezbollah. Più di 2mila feriti e 8 morti, tra cui una bimba e il figlio di un deputato
Tra i feriti anche l'ambasciatore iraniano a Beirut. Nessuna rivendicazione, sospetti su Israele: come avrebbe fatto il Mossad ad avere accesso a questi dispositivi riservati ai membri del Partito di Dio? Enormi le crepe nei servizi e nella sicurezza degli uomini di Nasrallah. In precedenza lo Shin Bet aveva sventato un attentato contro un ex funzionario dello Stato Ebraico
Esteri - di Redazione Web
Almeno una decina di membri di Hezbollah sono rimasti feriti dopo l’esplosione dei propri cercapersone in Libano: lo annuncia una fonte vicina al gruppo. Sono almeno 70, secondo altre fonti ‘100‘, i membri di Hezbollah feriti nella periferia sud di Beirut da un attacco hacker israeliano che, secondo le primissime ricostruzioni, avrebbe attivato delle micro-esplosioni all’interno dei cercapersone dei combattenti del Partito di Dio. Lo riferiscono media libanesi, citando fonti anonime degli stessi Hezbollah. Un uomo alla cassa, distratto dal bip del cercapersone e subito dopo investito dall’esplosione del dispositivo attaccato alla cintura. La cassiera e un’altra persona anch’essi colpiti dalla deflagrazione: è quanto si vede in un breve filmato, diffuso poco fa dal Libano sui social network, di una delle decine di esplosioni di cercapersone causata, secondo media locali, da un attacco hacker di Israele contro membri di Hezbollah. Il ministero della salute libanese ha messo in allerta gli ospedali del paese per accogliere i numerosi feriti dell’attacco hacker attribuito a Israele e che avrebbe fatto esplodere decine di cercapersone nella periferia sud di Beirut, nel sud del Libano e nella valle orientale della Bekaa.
Esplodono cercapersone in Libano e in Siria
I media israeliani riferiscono che martedì a mezzogiorno sono esplosi contemporaneamente a Beirut, nel sud del Libano e a Damasco, in Siria, i cercapersone di miliziani Hezbollah, ci sarebbero mille feriti. Secondo alcune fonti le esplosioni sarebbero state causate da un attacco alle reti di comunicazione interne di Hezbollah. L’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu prende le distanze da uno stretto collaboratore e portavoce storico del primo ministro che ha lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l’ampio attacco coordinato in cui i cercapersone di membri di Hezbollah sono esplosi contemporaneamente ferendo migliaia di persone. Anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani è rimasto ferito in una delle esplosioni dei cercapersone. Lo riporta Haartez. Secondo fonti della sicurezza israeliana, i cercapersone esplosi in Libano e a Damasco erano l’ultimo modello usato dagli Hezbollah da pochi mesi. Lo riferisce Channel 12. Secondo la tv saudita al Hadath tra i feriti per le esplosioni di cercapersone in Libano ci sono anche alti comandanti di Hezbollah e il loro entourage.
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L’attacco hacker ad Hezbollah
Secondo diversi report citati dai media israeliani, il numero dei feriti in Libano e a Damasco per l’esplosione di cercapersone è salito a 1.200. Intanto nel paese vengono riferiti attacchi israeliani in profondità, lontano dal confine con Israele. Numerose esplosioni sono avvenute nel quartiere Dahiya a Beirut, roccaforte dell’organizzazione sciita, nella Valle del Libano e nel sud del Paese. L’ambasciata iraniana in Libano e la televisione di Stato iraniana hanno confermato che l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, che ha utilizzato uno dei cercapersone, è rimasto leggermente ferito ma è cosciente e le sue condizioni non sono gravi. Lo riporta Al Jazeera.
2mila feriti, 200 sono gravi e 8 morti
Un reporter della televisione di Stato iraniana a Beirut ha dichiarato che i dispositivi di comunicazione sono esplosi in tutto il Libano, anche a sud, vicino al confine con Israele, e nella Bekaa a est. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant sono riuniti nella ‘fossa’ della Kyria, il bunker del ministero della Difesa a Tel Aviv, dopo le esplosioni simultanee in Libano e a Damasco dei cercapersone di membri di Hezbollah. Lo riferisce Ynet. Finora non ci sono state dichiarazioni ufficiali da Israele sull’attacco. Una bambina di 10 anni è stata uccisa in Libano dopo l’esplosione di un cercapersone: lo afferma una fonte vicina a Hezbollah. Oltre lei, hanno perso la vita otto persone, di cui due sono esponenti di Hezbollah e un’altra è il figlio di un deputato del Partito di Dio, Ali Ammar, è rimasto ucciso nell’esplosione di un cercapersone.
Sventato l’attentato a un ex funzionario della sicurezza israeliana
Lo Shin Bet (la sicurezza interna israeliana) ha sventato un tentativo di Hezbollah di assassinare un ex alto funzionario israeliano utilizzando un ordigno esplosivo. Lo ha reso noto lo Shin Bet spiegando che la rete di Hezbollah dietro al progetto di omicidio è stata anche responsabile di un attentato dinamitardo avvenuto lo scorso anno al parco Yarkon di Tel Aviv. Un ordigno esplosivo di tipo Claymore, notoriamente utilizzato da Hezbollah, avrebbe dovuto essere utilizzato per colpire l’ex funzionario della sicurezza. La bomba è dotata di un sistema di detonazione a distanza, che comprende una telecamera e una connessione cellulare, che avrebbe consentito a Hezbollah di attivarla dal Libano. L’ex funzionario, il cui nome non è stato reso noto, è stato informato. Ulteriori dettagli non sono stati consentiti dalla censura militare.