Le perplessità dei giudici

Il liceo del Made in Italy è un flop, rischio stop dal Consiglio di Stato: in bilico il futuro del corso voluto da Meloni

Politica - di Redazione

12 Settembre 2024 alle 13:56

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Foto Vincenzo Livieri – LaPresse 18-06-2015 – Roma – Italia Cronaca Seconda prova degli esami di maturità Nella foto: gli studenti Photo Vincenzo Livieri – LaPresse 18-06-2015 – Rome – Italy News Second day of exams In the picture: the studentsz
Foto Vincenzo Livieri – LaPresse 18-06-2015 – Roma – Italia Cronaca Seconda prova degli esami di maturità Nella foto: gli studenti Photo Vincenzo Livieri – LaPresse 18-06-2015 – Rome – Italy News Second day of exams In the picture: the studentsz

Giorgia Meloni lo scorso aprile, davanti alla platea del Vinitaly, aveva provato l’operazione rilancio, nonostante i numeri tremendi che parlavano di meno di 400 iscrizioni, lo 0,08% degli studenti che avrebbero potuto scegliere l’indirizzo.

Invece il liceo del Made in Italy, partito come un flop annunciato, sembra confermarsi tale. Non solo le adesioni infinitesimali o la sperimentazione lanciata a ridosso delle iscrizioni, sul liceo che secondo Meloni doveva “raccontare quel mondo del vino cantato in poesie, nella letteratura, scolpito nelle sculture, un pezzo fondamentale della nostra identità ma che va trasmesso ai nostri ragazzi”, arriva anche la scure del Consiglio di Stato.

Le “perplessità” del Consiglio di Stato

La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato ha espresso infatti perplessità sul corso di studi introdotto dal governo, sospendendo il parere sul regolamento che definisce il quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del nuovo liceo.

Come spiega Repubblica, le tre pagine firmate dai giudici di Palazzo Spada sono un pesante atto di accusa in particolare ai dirigenti del ministero che hanno redatto il Regolamento perché manca all’appello “il preventivo parere della Conferenza unificata” Stato-Regioni. Una mancanza che “assume un rilievo essenziale in quanto la carenza di tale ineludibile passaggio procedimentale rende impossibile a questa sezione esprimere il proprio parere sulla base di una piena conoscenza del complesso degli elementi valutativi relativi al proposto intervento normativo”.

Un destino in bilico, ma non per quest’anno: i pochi studenti che frequentano lo strombazzato liceo del Made in Italy non saranno costretti a frequentare un altro corso di studi.

Il nodo dei costi del liceo del Made in Italy

C’è poi un secondo punto chiave. L’operazione liceo del Made in Italy avrebbe dovuto sorgere a costo zero, almeno secondo quanto dichiarato nello schema di Regolamento che i magistrati del Consiglio di Stato hanno potuto osservare. Ma anche qui ci sono perplessità: riguardano in particolare l’introduzione a partire dal terzo anno di corso di una materia non linguistica da insegnare in lingua straniera, ovvero la metodologia Clil introdotta dalla riforma Gelmini.

Per farlo serve però formare i docenti, piani che hanno ovviamente un costo. Di questo chiedono conto i magistrati: “Si evidenzia, di conseguenza, l’opportunità di chiarire se questa oggettiva esigenza formativa – scrivono dal Consiglio – che dovrà essere realizzata a favore del corpo docente non sia tale da tradursi in un’eventuale vulnus della prospettata neutralità finanziaria”.

Il governo tira dritto

Dalla maggioranza è tutto uno sminuire la portata del parere del Consiglio di Stato. Il ministro per le Imprese e Made in Italy Adolfo Urso assicura che “il liceo del made in Italy andrà avanti”, ma anche dal ministero dell’Istruzione si professa ottimismo ridimensionando il parere dei giudici: “È interlocutorio e non definitivo. Nella giornata di oggi è pervenuto il parere della Conferenza Stato-Regioni, che è pienamente favorevole. Peraltro, nel parere del CDS non vengono poste osservazioni rilevanti e, dunque, non ci sarà alcuno “stop””.

di: Redazione - 12 Settembre 2024

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