La proposta di legge

Medico, nata e cresciuta in Italia, studi e laurea: a 34 anni Yasamin ancora non ha la cittadinanza, fare presto con lo Ius Scholae

Figlia di padre iraniano e madre inglese, una vicenda modello di un tema ancora irrisolto e che ha diviso il governo Meloni. Discriminazioni e disuguaglianze

Politica - di Antonio Lamorte

10 Settembre 2024 alle 12:58

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Foto Claudio Furlan / lapresse 10-04-2018 Milano Ufficio Immigrazione della Questura di Milano
Foto Claudio Furlan / lapresse 10-04-2018 Milano Ufficio Immigrazione della Questura di Milano

Yasamin A. R. è nata e cresciuta in Italia, ha studiato e si è formata, si è laureata con lode in medicina e la specializzazione in medicina fisica e riabilitativa. E a 34 anni non ha ancora la cittadinanza italiana. Perché figlia di padre iraniano e madre inglese, risulta cittadina britannica La storia è stata raccolta dal Corriere del Veneto, modello di un tema delicato in un periodo in cui, complici come sempre le Olimpiadi e il ritorno in classe, si è ritornato a parlare di cittadinanza. Ius Soli, Ius Culturae, Ius Scholae. Con quest’ultimo che ha diviso anche la maggioranza dell’esecutivo Meloni.

Lo scontro nel governo su Ius Soli e Ius Scholae

A metà agosto la Lega era stata molto aggressiva sui social: il profilo del partito del viceministro e segretario Matteo Salvini aveva pubblicato un post che riprendeva il titolo di un pezzo di Repubblica (“Il Pd rilancia lo ius soli. Fi apre un varco a destra”) accompagnato da un’immagine dove comparivano i volti della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e del leader di Forza Italia, oltre vice primo ministro e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Gli esponenti del Carroccio si erano affrettati a chiarire che con la Lega al governo non ci sarà mai uno Ius Soli. “Noi abbiamo ribadito quella che è la nostra linea da sempre, ma non fa parte del programma di governo ovviamente”, avevano ribadito da Forza Italia. Peraltro chiarendo che il partito è aperto a discutere di Ius Scholae e non di Ius Soli – quest’ultimo prevede la concessione automatica della cittadinanza ai bambini nati in Italia, lo ius scholae subordina la concessione della cittadinanza a bambini nati o arrivati entro i 12 anni a un percorso scolastico di almeno cinque anni.

La storia di Yasamin

Yasmin ha raccontato di aver trascorso un breve periodo della sua vita a Londra, tra gli 8 e i 9 anni, prima di tornare a Treviso. Al Corriere della Sera ha ricostruito tutto: la scuola materna a San Pelaio, le elementari a Ponzano, le medie a Santa Bona e il diploma al liceo Duca degli Abruzzi. Ha riprovato, dopo aver perso entrambi i genitori, a fare la domanda. Quando nel 2020 è entrata in vigore la Brexit è risultata cittadina extracomunitaria.

Ha raccontato di come ogni volta le vengano rivolte domande sulla sua nazionalità, la colga una grande rabbia. “Al contrario, chi mi conosce rimane stupito quando scopre che ancora non sono cittadina italiana. Sembra incredibile, ma tante persone non sanno che essere nati in Italia non è sufficiente”. Per ottenere la cittadinanza sta aspettando “il raggiungimento dei requisiti economici e, considerato che dal momento in cui va a buon fine la richiesta i tempi di attesa sono di circa 3 o 4 anni, prevedo di ottenere il documento verso i 40 anni”.

Secondo quanto rilevato da un sondaggio SWG per il TgLa7, il 61% degli italiani interpellati sarebbe favorevole all’introduzione dello Ius Scholae. Secondo il sito “Stranieri in Italia” lo Ius Scholae permetterebbe di far diventare da subito italiani 135mila studenti già presenti nel Paese. Secondo Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, nel 2024 circa 48mila bambini delle scuole elementari potrebbero acquisire il diritto alla cittadinanza italiana.

10 Settembre 2024

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