La Guerra Russia-Ucraina
Zelensky accusa Putin: “Non vuole la pace, vuole la resa”
L’invasione nel Kursk continua a rilento. Il Cremlino si dice disposto ad un’intesa ma continuano le bombe sui civili ucraini e Zelensky parla di “pace giusta” come unica soluzione
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Lo “zar” ha dato la linea e dettato le priorità sul campo di battaglia. Nella loro offensiva nella regione russa di Kursk, gli ucraini hanno impegnato una gran quantità delle loro forze migliori, e questo potrebbe portare al “collasso” delle loro linee di difesa in altre aree, in particolare nel Donbass ucraino, dove i russi avanzano. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, parlando alla sessione plenaria del Forum economico orientale a Vladivostok. Secondo Putin «la liberazione del Donbass è un compito prioritario per la Russia» e assicura anche che il suo esercito sta respingendo le forze ucraine nella regione al confine di Kursk.
Putin i negoziati per la pace e la risposta ucraina
«Siamo pronti a negoziare con loro? Non abbiamo mai rifiutato», ha dichiarato il presidente russo in occasione di un forum economico a Vladivostok. «Se emergerà il desiderio di negoziare (in Ucraina), non rifiuteremo», ha aggiunto, precisando però che i colloqui dovranno basarsi sulle conclusioni dei negoziati svoltisi nella primavera del 2022 a Istanbul. Secca la risposta di Kiev: «Il paravento della “pace” di Putin. Non dobbiamo confondere i concetti di pace e di resa, perché è la resa dell’Ucraina che Putin vuole. È Putin che rivendica i nostri territori e li annette alla Russia. Abbiamo bisogno di pace, ma di una pace giusta, secondo il diritto internazionale, per la quale Putin non è pronto. Tutti i discorsi su Istanbul 2022 non riporteranno indietro la Bakhmut distrutta, quindi sta mentendo. Ha bisogno della nostra resa».
La risposta di Kovalenko alle dichiarazioni di Putin
Lo scrive su Telegram il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko, rispondendo alle dichiarazioni del presidente russo. «E parlare di pace è una trappola, proprio come più di 100 anni fa, la Russia vuole dividerci dall’interno, intorno a visioni diverse, per farci smettere di resistere. Purtroppo, il presidente russo ha ancora bisogno dell’intera Ucraina. Non c’è nulla in comune tra i termini “pace” e “resa”. Il discorso di Putin è volere la resa dell’Ucraina». Quanto al maxi rimpasto governativo avvenuto a Kiev, secondo una fonte che ha parlato con Politico, è probabile che il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba, sia stato costretto a dimettersi a causa degli scontri con il capo dell’ufficio di Zelensky, Andriy Yermak. «Tutti sapevano che avevano un conflitto. Una volta ho anche assistito a un episodio di questo tipo», ha detto il funzionario anonimo a Politico.
Kuleba e il nuovo ministro degli esteri dell’Ucraina
«Grazie al suo incarico, Kuleba aveva contatti diretti ben consolidati con Blinken, con Baerbock e molti altri. Anche se fosse leale al 300%, l’ufficio del presidente non potrebbe lasciare un simile canale di comunicazione nelle mani di una persona di cui non è del tutto sicuro che sia la sua persona, se capisci cosa intendo», ha aggiunto la fonte, a cui è stato concesso l’anonimato. La Verkhovna Rada ha votato per nominare nuovo ministro degli Affari esteri dell’Ucraina: Andriy Sybiha, 49 anni e tre figli. Poco prima il Parlamento aveva accettato le dimissioni del ministro degli Esteri. Secondo i media ucraini, nelle ultime ore Zelensky, in meeting a porte chiuse, ha attribuito il “siluramento” di Kuleba alle difficoltà incontrate da Kiev nell’acquisizione di armi e munizioni nell’ultimo periodo. Questa, presumibilmente, sarà la missione principale del nuovo ministro. Intanto, Il bilancio delle vittime dell’attacco missilistico russo di martedì a Poltava è salito a 55 persone mentre i feriti sono 328. Lo afferma il Servizio di emergenza statale, come riporta Ukrainska Pravda.