La Mostra del cinema di Venezia
Angelina Jolie e Maria Callas, dive allo specchio: a Venezia il film dedicato alla cantante greca
Dopo i film dedicati a Jackie Kennedy e Lady Diana il cineasta cileno scava negli ultimi giorni di vita della cantante greca, cui presta carisma, voce e volto dolente una bravissima Angelina
Cinema - di Chiara Nicoletti
“Maria Callas, la più grande cantante lirica di tutti i tempi, ha indubbiamente vissuto una vita unica, meravigliosa, eppure tormentata. Questa è la storia dei suoi ultimi giorni, una celebrazione della sua persona rappresentata attraverso i ricordi, gli amici e, soprattutto, attraverso il suo canto”. Descrive così il suo nuovo film, Maria, il regista cileno Pablo Larraín che lo presenta in concorso all’81esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, ad un anno esatto da El Conde, sul dittatore Augusto Pinochet.
Immaginando gli ultimi giorni di vita de “La Callas”, Larraín chiude la sua trilogia di biografie tutte presentate a Venezia: Jackie, sulla moglie di Kennedy nelle ore successive al suo assassinio e Spencer sull’indimenticata Lady D. Il film ha anche una partecipazione italiana, è infatti prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, oltre a Juan de Dios Larraín per Fabula Pictures, e Jonas Dornbach per Komplizen Film. In Italia uscirà con 01 distribution. A dare un volto, respiro e la giusta aura di divismo a Maria Callas, Angelina Jolie, da tempo dedita a questo progetto e supportata sul grande schermo da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, rispettivamente nei ruoli del maggiordomo Ferruccio e della governante Bruna, due pilastri nella vita di Maria Callas e sua unica famiglia nei suoi ultimi giorni.
Perché chiudere la trilogia raccontando la Grande Diva? “Sono stato un fan della Callas e dell’opera sin da bambino – rivela Larraín, aprendo la conferenza stampa -. Sono sempre stato intrigato dal fatto che non ci sono praticamente dei film sui cantanti d’opera e pertanto è una forma d’arte spesso ignorata dal cinema, con qualche eccezione. Si trattava di fare un film su una delle voci più grandi della storia, una donna con una vita fantastica. Senza Angelina questo film non sarebbe potuto esistere, non si poteva cercare neanche lontanamente di fare un film senza un’attrice protagonista adeguata per il ruolo. Questo film è una celebrazione della vita di Maria, il suo lavoro, la sua musica”. Maria si concentra sull’ultima settimana di vita di Maria Callas, quella in cui nell’immaginazione di Larraín e dai racconti di chi, come Bruna e Ferruccio l’hanno accompagnata fino alla fine, la cantante ha deciso di cantare per se stessa, di trovare la sua voce e la sua identità, lasciandosi alle spalle il desiderio di compiacere il pubblico, gli altri.
“La mia più grande paura era quella di deludere chi l’ha amata – confessa Jolie. Non volevo deludere questa donna e la sua memoria”. Da regista preciso e attento qual è, Larraín ha richiesto ad Angelina Jolie un training vocale. L’attrice doveva imparare a cantare, a confrontarsi con l’emissione vocale, con il respiro, con un palco grande e dalle grandi aspettative: “Ho fatto pratica per 7 mesi, quando si lavora con Pablo, non si fa nulla a metà – conferma Jolie –. La prima volta che ho cantato i miei figli erano lì, ero nervosa, tremavo, Larraín ha iniziato a fare le prove in una stanza molto piccola e alla fine al Teatro Alla Scala. Mi sono avvicinata a lei ascoltandola, lei insegnava e ci sono delle registrazioni disponibili – aggiunge. Ho avuto dunque la fortuna di averla come insegnante. Diceva che bisogna essere disciplinati, fare il lavoro così come è stato inteso. Solo quando si è pronti si diventa il personaggio. Le arie dalle opere che sentiamo nel film sono state scelte da Pablo e dallo sceneggiatore Steven Knight a seguire gli stati d’animo e i momenti di vita di Maria. Ho anche chiesto a Pablo: Ma stiamo facendo un musical ?”.
Spiega la scelta Larraín: “Maria aveva un senso tragico della vita, la maggior parte dei brani che cantava erano tutte tragedie e nel 90% dei casi finivano con la sua morte in scena. Come fa a risolversi un film in cui il personaggio principale è la somma delle tragedie che ha cantato? Non doveva essere un film dark, ma un film con una donna che ha trascorso la vita a cantare per gli altri, e adesso è pronta a prendersi cura di sé e trovare il suo destino”. Cosa accomuna Maria Callas ad Angelina Jolie? Sorride l’attrice, e poi risponde: “Ci sono tante cose che non posso dire in questa stanza, ma, sorprendentemente, condivido la parte più morbida, quella che non trova spazio sufficiente di apertura nel mondo: credo di condividere più che altro questa vulnerabilità”. Maria Callas è stata definita da tutti La Grande Diva e il film porta a interrogarci su cosa significhi esserlo.
Pablo Larraín dice la sua: “Quando noi pensiamo ad una diva, non possiamo non associarla all’eccellenza in quello che fa. Lei deve essere la migliore. Se durante le prove qualcuno degli altri cantanti emetteva una parola, Maria lasciava la scena. Veniva definita una diva ma era solo stufa, era il risultato della disciplina. È come nel cinema, se non c’è disciplina, sei fuori. Sappiamo che alcune vite come quelle di Maria l’hanno portata ad un grande isolamento, il ruolo di Ferruccio e Bruna è fare da tampone tra lei e il mondo. La proteggono. Credo che si crei questa illusione di queste persone che hanno vite straordinarie ma nella realtà una volta che chiudiamo la porta di casa nostra, tutti noi abbiamo problemi esistenziali”. Sul rapporto tra Ferruccio, Bruna e Maria Callas interviene Pierfrancesco Favino: “Sapevo che il mio personaggio era vivo, ho ascoltato un’intervista dalla produzione e ho parlato con Pablo e assieme abbiamo deciso di non parlare della sua vita ma ho capito molte cose sulla devozione che lui sentiva per lei e abbiano trasformato quel sentimento in ciò di cui aveva bisogno il film. Credo che quando si incontra qualcuno come Maria Callas, sia uno di quegli incontri che ti dà l’occasione di assorbire un po’ di quella luce e la mia sensazione è che la loro identità è diventata quella che era, perché hanno avuto l’opportunità di conoscerla. Lei era una regina”.
Riflette poi sul divismo e le aspettative del mondo verso questi personaggi straordinari poi Favino: “Mentre entravo nel personaggio di Ferruccio ho pensato che uno dei motivi per cui non vuole che Maria muoia è che lei deve rimanere una regina anche per lui. Io credo che queste due persone, Bruna e Ferruccio, fossero i suoi angeli custodi ma allo stesso tempo credo che pensassero: se tu non sei più regina allora io chi sono?”. Guardando negli occhi Angelina Jolie, Alba Rohrwacher le è riconoscente e mostra il senso di famiglia raggiunto sul set: “Ringrazio Pablo per questa opportunità perché mi ha guidata e devo ringraziare Angelina perché grazie a lei ho potuto capire questo amore incondizionato che Bruna ha verso Maria”.