La Convention dem a Chicago

Chi è Tim Walz, candidato vicepresidente Dem che punta all’americano medio: dovrà conquistare il Midwest

Al governatore del Minnesota, sconosciuto alla maggioranza degli elettori, il compito di conquistare il voto degli insidiosissimi Stati in bilico

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

23 Agosto 2024 alle 10:00

Condividi l'articolo

Chi è Tim Walz, candidato vicepresidente Dem che punta all’americano medio: dovrà conquistare il Midwest

Il “coach” fa squadra. E conquista la Convention. Tim Walz è il candidato alla vicepresidenza americana. Evidentemente emozionato, il governatore del Minnesota ha accettato la nomination alla convention dem di Chicago, presentandosi agli americani nelle sue vesti di insegnante ma anche di coach (“Coach Walz” recitavano i cartelli dei delegati). “Abbiamo la squadra vincente, dobbiamo giocare per 76 giorni e andremo a meta”, scandisce fra gli applausi. “Kamala Harris è pronta a guidare il Paese” ha aggiunto, senza risparmiare frecciate al suo rivale J.D. Vance. “Sono cresciuto in una piccola città del Nebraska, nella mia scuola c’erano 24 ragazzini e nessuno di loro è andato a Yale”, ha detto, conquistando la folla con un discorso combattivo, durato 17 minuti.

Walz definisce le politiche di Trump «weird» aggiungendo che «non sono solo strambe, sono anche pericolose». Se Donald Trump e il candidato repubblicano alla vicepresidenza J.D. Vance vinceranno le prossime elezioni presidenziali «attaccheranno la classe media, distruggeranno la sicurezza sociale e il programma ‘Medicare’ e vieteranno l’aborto». E ancora: «Nessuno ha chiesto questa agenda, solo i più ricchi e i più estremisti. È un’agenda che non fa nulla per i nostri vicini che hanno bisogno. È sbagliato e pericoloso», Walz. Secondo il governatore democratico, gli Stati Uniti sono «pronti a voltare pagina» su Trump. «Non torneremo mai indietro. Abbiamo qualcosa di meglio da offrire ai cittadini: Kamala Harris, che dal primo giorno è stata dalla parte delle persone e dei cittadini».

Walz ha rivendicato i successi ottenuti da governatore, che lo distinguono dai sui “strani” avversari: “Mentre altri Stati mettevano al bando i libri dalle loro scuole, noi abbiamo messo al bando la fame dalle nostre, garantendo che tutti gli studenti avessero colazione e pranzo ogni giorno”. Si è vantato di fare il cacciatore, ma anche di voler regolare l’uso delle armi: “Credo nel secondo emendamento, so sparare anche meglio di tutti i repubblicani del Congresso e ho i trofei per dimostrarlo, ma voglio proteggere i nostri figli dalle armi, affinché possano andare a scuola sicuri. È una questione di responsabilità”. Ha affermato la necessità di difendere i diritti riproduttivi, che non significano solo l’aborto, ma anche le pratiche per la fertilità a cui lui stesso e sua moglie hanno fatto ricorso per concepire Hope e Gus: “In Minnesota, anche se non condividiamo tutte le idee dei nostri vicini, abbiamo una regola sacra: fatevi gli affari vostri”.

Il governatore del Minnesota ha vissuto un momento toccante che ha catturato l’attenzione sui social. Mentre accettava la nomina a vicepresidente, suo figlio Gus, 17 anni, è balzato in piedi in lacrime, applaudendo e urlando con orgoglio: “Quello è mio padre.” L’emozione di Gus, condivisa sui social, ha rafforzato l’immagine di Walz come figura familiare e autentica. La scelta di Walz come candidato alla vicepresidenza, accanto a Kamala Harris, punta a conquistare elettori indecisi nelle elezioni di novembre, grazie alle sue radici nel Midwest e alla sua “mascolinità moderna.” Walz, circondato dalla moglie Gwen e dai figli sul palco, ha dichiarato: “Hope, Gus e Gwen, siete il mio mondo intero e vi amo.” In un’intervista a People, i Walz hanno descritto Gus, che ha Adhd e un disturbo d’ansia, come “brillante” e hanno definito queste condizioni il suo “potere segreto.”

Sul video di Walz appare l’immagine di un papà, un ex insegnante di geografia, un allenatore (sui cartelli distribuiti ai delegati si legge Coach Walz) la cui esperienza è innanzitutto quella di essere cresciuto in un piccolo centro del Midwest e da lì aver scelto di servire l’America. Anche i ragazzini della sua squadra di football delle superiori, ora uomini, sono apparsi sul palco con la maglietta della squadra. Il mondo che Walz descrive è un mondo in cui «tutti hanno un posto e tutti contribuiscono» A schierarsi senza se e senza ma è stata la regina del piccolo schermo Oprah Winfrey, con una apparizione a sorpresa. Ammettendo di essere registrata per votare come indipendente, Winfrey – al suo primo intervento a una convention – ha attaccato i repubblicani: “vogliono spaventarci, vogliono governarci, ci fanno credere che i libri siano pericolosi e che i fucili d’assalto sono sicuri, che esiste un modo giusto di adorare e un modo sbagliato di amare, persone che cercano prima di dividere e poi conquistare. Ma il punto è questo: quando stiamo insieme, è impossibile conquistarci”, ha detto fra gli applausi del pubblico. Winfrey ha quindi lanciato il suo appello agli indipendenti e agli indecisi a votare Harris e Walz.

La strada verso la vittoria – ha avvertito Bill Clinton – non è facile e i democratici non devono mollare. “Ci siamo visti sfuggire diverse elezioni che pensavamo di aver vinto”, ha detto riferendosi anche alla sconfitta della moglie Hillary Clinton contro Donald Trump. Per l’ex presidente non ha usato parole lusinghiere: è un buon attore, scherza riferendosi alle sue bugie. “Continua a parlare di Hannibal Lecter. Non so cosa dire”, ha aggiunto. “La prossima volta che lo sentite parlare non contate le sue bugie, contate quante volte dice io. Sempre io, io, io. Con Kamala invece è tu, tu, tu. Noi invece ‘We The People”, ha spiegato osservando come il voto sia proprio una scelta fra ‘We The People’ e ‘me e me stesso’. “Volete passare i prossimi quattro anni a far crescere l’economia o parlare di quanto sono grandi le folle ai suoi comizi?”, ha osservato l’ex presidente invitando gli americani a votare Harris, che ha “l’esperienza, il carattere e la gioia” per guidare. È “la presidente della gioia”. Clinton ha ricordato anche il grande lavoro svolto da Joe Biden e lo ho paragonato a George Washington per aver “fatto una cosa molto difficile per un politico: abbandonare volontariamente il potere”.

Anche l’ex speaker Nancy Pelosi che arriva sul palco dopo Clinton ringrazia Biden e afferma che Kamala Harris porterà il partito a «nuove vette». «È astuta e strategica», dice di lei e la elogia per la scelta di Tim Walz come vice. Molti dicono che questa scelta sia stata influenzata dalla stessa Pelosi che è stata forse la voce più importante nella decisione di Biden di ritirarsi. Per la Pelosi una delle priorità è sempre stata l’elezione al Congresso, come ha ribadito nel suo breve discorso sul palco. Guardano avanti invece i due astri nascenti del partito Pete Buttigieg e il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro. Il ministro dei Trasporti ha attaccato Trump e il suo vice J.D. Vance.Mike Pence era almeno educato, lui è una persona che pensa che se non vivi la vita come dice lui non conti niente”, ha tuonato Buttigieg. L’ex presidente “non ci offre la libertà”: non ha “limiti e vuole portaci via i nostri diritti”, “Siamo noi il partito della libertà”, ha aggiunto Shapiro cavalcando il tema chiave della terza serata della convention democratica, quello su cui Kamala Harris scommette maggiormente per la sua corsa alla Casa Bianca.

I discorsi tenuti dalle personalità intervenute sul palco dello United Center, scanditi da esibizioni di artisti come il cantautore Stevie Wonder, sono stati incentrati sul tema della «lotta per le nostre libertà»: ancor più che nelle giornate precedenti, l’ex presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump è stato oggetto di duri attacchi, e presentato come mandante ideologico dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, e dunque come una minaccia per la democrazia «Io ho combattuto per difendere la Costituzione, perché tu, Donald Trump, no?». Lo ha detto Aquilino Gonell, ex agente di polizia di Capitol, nel suo messaggio alla convention Democratica in corso a Chicago. Gonell, il 6 gennaio 2021, durante l’assedio dei sostenitori trumpiani al Campidoglio, venne picchiato brutalmente dagli insorti. Ritiratosi nel 2022, l’ex poliziotto ha annunciato, tra gli applausi della platea di Chicago, il suo sostegno al «prossimo Commander in Chief Kamala Harris».

“Da funzionaria sicurezza, figlia di immigrati che ha realizzato il sogno americano stare alla Casa Bianca con Donald Trump era terrificante”. Lo ha detto Olivia Troye, ex funzionaria della sicurezza del tycoon. «Ai repubblicani dico di votare Kamala Harris perché non votano una democratica ma votano per la democrazia», ha sottolineato. Dopo di lei è salito sul palco un altro trumpiano pentito l’ex vicegovernatore della Georgia, Geoff Duncan. «Il nostro partito è diventato caotico e folle e l’unica strada è scaricare Trump», ha attaccato. «Votare per Harris significa essere patrioti», ha aggiunto. Tra i momenti salienti della serata la proiezione delle immagini dell’assalto al Capitol da parte dei fan di Trump e l’appello di Jon Polin e Rachel Goldberg, i genitori di Hersh Goldberg-Polin, rapito da Hamas il 7 ottobre durante il festival Nova: “la liberazione degli ostaggi non è politica, è una questione umanitaria”, ha detto il padre dell’ostaggio ringraziando Joe Biden e Kamala Harris per il lavoro sulla tregua a Gaza. “Serve un cessate il fuoco per liberare gli ostaggi e mettere fine alle sofferenze dei palestinesi”, ha aggiunto. La folla presente allo United Center ha iniziato a urlare “free them all!”, “liberati tutti”, e la madre del ventitreenne si è accasciata sul leggio. Hope, joy, freedom, struggle: Speranza, gioia, libertà, lotta: le parole che hanno attraversato tutti gli interventi. Quando in Italia è notte fonda, sul palco della Convention sale Kamala Harris. “Go, Kamala”. Puoi farcela.

23 Agosto 2024

Condividi l'articolo