L'indiscrezione del NYT

Haniyeh ucciso a Teheran da una bomba nascosta mesi fa, la pista sull’attacco al leader di Hamas

Esteri - di Redazione

1 Agosto 2024 alle 17:00 - Ultimo agg. 1 Agosto 2024 alle 17:41

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Ismail Haniyeh
Ismail Haniyeh

Non un missile, non un drone, ma una bomba piazzata due mesi fa nella guesthouse di cui era ospite. Così sarebbe stato ucciso a Teheran il 62enne Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas, il movimento islamico che governa la Striscia di Gaza.

A scriverlo oggi è il New York Times, che cita nella sua ricostruzione sette funzionari mediorientali, tra cui due iraniani e un funzionario statunitense.

Haniyeh, che dal 2019 viveva in esilio a Doha, in Qatar, era arrivato a Teheran martedì 30 luglio per partecipare all’insediamento del nuovo presidente iraniano, il “riformista” Masoud Pezeshkian. Il leader di Hamas era ospite di una guesthouse che fa parte di un grande complesso, noto come Neshat, situato in un quartiere benestante di Teheran nord: una struttura utilizzata per ritiri, incontri segreti e “per ospitare ospiti illustri” in visita in Iran, come appunto Haniyeh.

Haniyeh ucciso da una bomba nascosta?

È lì dentro che, secondo le fonti citate dal NYT, una bomba telecomandata sarebbe stata introdotta circa due mesi fa, nonostante la struttura sia gestita e protetta dalle Guardie della Rivoluzione Islamica di Teheran.

I funzionari citati sottolineano che, nonostante l’esplosione abbia mandato in frantumi le finestre e fatto crollare una parte del muro del complesso, i danni all’edificio sono stati minimi, il che indica che è improbabile che si sia trattato di un attacco missilistico, tesi inizialmente prevalente.

Chi era Ismail Haniyeh

Haniyeh aveva 62 anni, era capo politico di Hamas dal 2017. Era nato in un campo profughi a Gaza, i genitori erano fuggiti dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Aveva studiato nelle scuole gestite dall’Unwra, l’organizzazione delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi. Si era laureato in lingua e letteratura araba presso l’Università islamica di Gaza.

Aveva aderito nel 1983 al blocco studentesco islamico – gruppo considerato precursore di Hamas – ed era diventato giovanissimo il braccio destro di Ahmed Yassin, fondatore di Hamas. In carcere in Israele nel 1987 e nel 1988, arrestato e deportato nel sud del Libano, nel 1993 era diventato preside dell’università islamica e dal 2006 al 2007 era diventato primo ministro dell’autorità nazionale palestinese. Il suo governo ebbe vita breve. Era sposato e aveva avuto 13 figli, dal 2019 viveva in esilio a Doha, in Qatar.

di: Redazione - 1 Agosto 2024

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