Campo largo o vecchi valori?
Volano i Vaffa tra Grillo e Conte: il Movimento 5 Stelle alla sfida finale
Difficile dire chi dei due vincerà. O se la disputa si concluderà con una scissione. In ogni caso si può fare poco. Solo assistere. La politica in questi anni ‘20 del duemila è così: lotta tra galli, tra narcisismi, tra personalismi. I partiti e i movimenti contano poco. Le idee contano zero.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Tra Grillo e Conte volano gli insulti. È guerra. Grillo ricorda a Conte che il miracolo dei 5 Stelle è opera sua, e che l’avvocato non ha fatto nulla per tenerlo in piedi. Conte avverte Grillo che ormai lui ha ben salde nelle mani le redini del partito, e che si scordi di esserne il padre padrone. Nessuno dei due sembra intenzionato a mediare. Entrambi appaiono travolti non solo dalla volontà di vincere ma anche da un sentimento di fortissimo risentimento reciproco.
I Cinque Stelle sono un movimento nato su una idea chiara: il vaffanculo (scusate se lo scriviamo per esteso, evitando l’ipocrisia del vaffa). È una loro caratteristica. Il vaffanculo è l’idea fondante. La destra celebra come valore assoluto la libertà. La sinistra l’uguaglianza. I movimenti politici cristiani, spesso centristi e moderati, comunque si ispirano al Vangelo. Il Movimento 5 Stelle ha come pietra fondativa l’urlo di disprezzo verso tutti gli altri. La rabbia, l’odio sono i sentimenti e anche i valori che l’hanno reso grande. È sempre così per i movimenti qualunquisti. La strada è quella. Ora però ci si trova dinanzi a una divergenza vera. Conte vorrebbe riportare il movimento nel gioco politico, accettando anche una posizione di subordinazione nei confronti dei Democratici. Grillo invece vuole tornare alle origini e cercarsi uno spazio che faccia saltare il bipolarismo.
Conte crede nella lunga marcia. Grillo nella possibilità di rinascita di un movimento qualunquista. Conte ha dalla sua la concretezza di una prospettiva politica: il campo largo. Grillo ha dalla sua la debolezza di Conte che ha preso la guida di un gruppo politico che aveva la maggioranza relativa in Parlamento e in pochi anni ha perduto i due terzi e forse più del proprio elettorato. Difficile dire chi dei due vincerà. O se la disputa si concluderà con una scissione. Si può festeggiare, pensando che così si conclude la corsa dissennata di un movimento qualunquista che ha dominato la scena politica per quasi 10 anni. Oppure ci si può rattristare perché il campo largo, che stava per nascere e per dare del filo da torcere alla destra, rischia di naufragare un’altra volta. E dispiacersi perché gli elementi di sinistra che dentro il Movimento Cinque Stelle ci sono, rischiano di essere dispersi. E questo è un dolore. In ogni caso si può fare poco. Solo assistere. La politica in questi anni ‘20 del duemila è così: lotta tra galli, tra narcisismi, tra personalismi. I partiti e i movimenti contano poco. Le idee contano zero.