La storia del complesso

Vele di Scampia, cosa sono e la loro storia: il “simbolo” di Gomorra, gli abbattimenti e il progetto Restart

Cronaca - di Redazione

23 Luglio 2024 alle 13:05

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Vele di Scampia, cosa sono e la loro storia: il “simbolo” di Gomorra, gli abbattimenti e il progetto Restart

Il dramma avvenuto la sera di lunedì 22 luglio alle Vele di Scampia, il quartiere di Napoli dove due persone di 29 e 35 anni sono morte nel crollo di un ballatoio nella Vela B, chiamata anche Vela Celeste, crollo verificatosi intorno alle 22:30 di lunedì e che ha provocato anche il ferimento di altre sette persone (due bambini di 7 e 4 anni sono ricoverate in gravissime condizioni all’ospedale Santobono), riaccende i riflettori sul quartiere e sul suo “simbolo”.

La storia delle Vele di Scampia

Il complesso delle Vele di Scampia fu costruito tra il 1962 e il 1975 e deve il suo nome alla loro forma: la base degli edifici è larga e la struttura si restringe man mano salendo ai piani superiori, somigliando così ad una imbarcazione a vela.

A progettarle fu l’architetto Francesco Di Salvo, ispirato dalla corrente architettonica dell’Existenzminimum: si trattata, in sintesi, dell’esigenza di ridurre al minimo indispensabile gli spazi privati per favorire al contrario gli investimenti in spazi comuni. Nel progetto originario di Di Salvo c’erano dunque piazze, aree destinate ai bambini, spazi sociali per sport e cultura: questa parte di progetto di fatto non vide mai luce, segnando le basi per il fallimento del piano Vele finanziato con i fondi della Cassa del Mezzzogiorno per la costruzione di nuovi quartieri di edilizia popolare.

Il fallimento del progetto Vele, il terremoto e il controllo della camorra

Al termine del progetto furono costruite sette Vele: ognuna di esse era composta da due edifici paralleli lunghi 100 metri e alti 45, collegate tra loro da ballatoi e rampe di scale. Le Vele furono identificate con le lettere dell’alfabeto, dalla A alla H, ma dopo le prime demolizioni gli abitanti decisero di cambiare i nomi alle ultime quattro rimaste con i colori rosso, giallo, verde e celeste.

Il progetto delle Vele, già azzoppato alla nascita dalle scelte politiche di non dare seguito allo sviluppo della parte legata ai servizi e ai beni comuni nel quartiere, subì un ulteriore scossone dopo il terremoto che nel 1980 devasto l’Irpinia. Migliaia di famiglie sfollate occuparono abusivamente le case delle Vele e la camorra riuscì in due “imprese”: da una parte la gestione dell’assegnazione degli alloggi, dall’altra indirizzare una grossa fetta degli investimenti legati alla ricostruzione post-sisma, diventata un affare per i clan di Napoli.

Le Vele “simbolo” di Gomorra

Nel corso degli anni le Vele sono poi diventate una delle principali piazze di spaccio: il controllo capillare della camorra e l’abbandono delle istituzioni, il primo commissariato di Polizia fu insediato solamente nel 1986, portarono il complesso e il quartiere ad un ulteriore isolamento dalla città.

In questo contesto non aiutò alla “reputazione” di Scampia la serie tv “Gomorra”, ispirata all’omonimo libro di Roberto Saviano: fu oggetto di aspre polemiche per la rappresentazione che veniva data del quartiere e de suoi abitanti che, al di là di alcuni aspetti ovviamente romanzeschi, descriveva in fin dei conti una situazione nota da decenni.

Il piano di abbattimenti

Già negli anni Novanta in realtà si decise di procedere ad un progetto di abbattimento delle Vele, segno che la situazione a soli 20 anni dalla conclusione dei lavori veniva già considerata irrecuperabile, come denunciavano gli stessi abitanti del complesso riuniti nel comitato “Vele”.

Tra il 1997 e il 2003 furono abbattute tre delle sette Vele: la prima a cadere fu la F, demolita con le ruspe nell’agosto 1998, dopo un primo tentativo con esplosivi fallito nel dicembre 1997. Quindi fu il turno della Vela G nel febbraio 2000 e della Vela H nell’aprile 2003.

Il progetto Restart Scampia

Nel 2016 fu la giunta di Luigi de Magistris ad approvare l’abbattimento di altre tre vele (ad oggi l’unica demolita è la Verde, nel 2020) e la riqualificazione della quarta, la Celeste dove lunedì è avvenuta la tragedia costata la vita a due persone. Quest’ultima, nell’ambito del progetto Restar Scampia poi ampliato dalla giunta di Gaetano Manfredi (centrosinistra, eletto nel 2021) con i fondi del Pnrr, dovrà ospitare gli uffici della Città Metropolitana.

Il nuovo progetto, che prevede investimenti da 156 milioni di euro, prevede il completamento dell’abbattimento delle due Vele ancora da demolire e la costruzione di nuovi complessi di edilizia residenziale pubblica; un asilo nido da circa 50 posti e una scuola materna da 120; un centro civico con funzioni sociali e culturali; nuove strutture commerciali; laboratori artigianali e piccole botteghe; un nuovo parco.

di: Redazione - 23 Luglio 2024

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