Rischiava 18 mesi di carcere
Alec Baldwin, archiviate le accuse per l’omicidio sul set del film “Rust”: la morte di Halyna Hutchins
Secondo il giudice la polizia ha nascosto dei proiettili, delle prove importanti nel processo. La tragedia sul set del western a Santa Fe nell'ottobre 2021
Cronaca - di Redazione Web
Archiviate definitivamente le accuse di omicidio colposo nei confronti di Alec Baldwin, l’attore che in maniera accidentale fece partire un colpo dalla pistola che stava utilizzando su un set cinematografico uccidendo la direttrice della fotografia Halyna Hutchins. Per il giudice giusta la tesi della difesa secondo cui polizia e accusa abbiano nascosto una prova importante che poteva chiarire come fosse stato possibile che l’arma impugnata da Baldwin contenesse proiettili veri.
La tragedia si era consumata nell’ottobre del 2021 in una chiesa al Bonanza Creek Ranch, vicino Santa Fe, nel New Mexico. Le riprese erano quelle del film Rust, un western. Hutchins rimase ferita al petto dal colpo partito da una rivoltella di scena, aveva 42 anni. Morì poco dopo in ospedale ad Albuquerque. Non è mai stato chiarito perché all’interno dell’arma si trovasse un proiettile vero. Baldwin era accusato di omicidio colposo non intenzionale. Al momento dell’assoluzione l’attore è scoppiato in lacrime e ha abbracciato la moglie Hilaria.
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La condanna a Gutierrez-Reed
Diversi testimoni nei giorni scorsi avevano dichiarato all’attore era stato detto che la pistola era scarica, la stessa versione da sempre fornita da Baldwin. La pistola gli era stata consegnata da David Halls, un assistente alla regia, ed era stata caricata da Hanna Gutierrez-Reed, la persona addetta a sorvegliare l’uso delle armi sul set che è stata condannata a 18 mesi di carcere per omicidio colposo. Baldwin rischiava anche lui fino a 18 mesi di carcere, ha ancora in corso dei processi civili ma non potrà più essere accusato per l’uccisione di Hutchins.
I proiettili sul set di “Rust”
Secondo la difesa alcuni proiettili veri che si trovavano sul set del film, consegnati alla polizia dal testimone Troy Teske e archiviati come materiale esterno al caso, erano stati nascosti volontariamente dall’accusa per condannare Baldwin. La giudice Marlowe Sommer ha deciso di procedere con un’archiviazione “con pregiudizio” stabilendo che i proiettili erano simili a quelli contenuti nella pistola e che il loro occultamento era stato “intenzionale e deliberato.