L'arresto dopo 27 anni

Chi era Tupac Shakur, perché fu ucciso il rapper ucciso nel 1996 a Las Vegas

L’artista fu ferito a colpi di pistola nella notte del 7 settembre 1996 mentre si recava in un locale notturno e morì sei giorni dopo in ospedale. Dietro l’esecuzione una guerra tra bande

Spettacoli - di David Romoli

3 Ottobre 2023 alle 18:00

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Chi era Tupac Shakur, perché fu ucciso il rapper ucciso nel 1996 a Las Vegas

Tupac Shakur, uno dei più grandi musicisti rap e certamente la massima icona della cultura hip hop che ci sia mai stata, fu ucciso il 6 settembre 1996. Gli spararono da una macchina all’altra, a Las Vegas. Vicino a lui c’era Marion “Suge” Knight, 120 kg per 1,88 cm di altezza, ex giocatore di football e affiliato ai Mob Piru Bloods di LA, uno che aveva trasferito di peso metodi violenti e pratiche omicide della guerra tra gangster nel campo della musica e degli affari. Aveva sfondato.

Era cofondatore e ad della Death Row Records, la più fortunata etichetta discografica nera che ci sia mai stata. Oggi sconta in carcere una condanna a 28 anni per aver deliberatamente investito a freddo due persone, uccidendone una e ferendo l’altra. Nel frattempo era entrato e uscito di galera più volte, era stato pestato di brutto e gli avevano sparato, senza che accettasse mai di denunciare gli aggressori in nome dello Street Code, il codice della strada che impone omertà. Il 29 settembre è stato effettuato il primo arresto per quell’omicidio. Sono passati 27 anni ma l’omicidio di Tupac, e quello strettamente collegato dell’altra superstar del rap Notorious B.I.G., Christopher Wallace, freddato a Los Angeles il 9 marzo 1997, non sono mai diventati casi freddi.

C’è stata una messe inesauribile di libri, articoli, documentari, film, serie tv, inchieste interrotte inspiegabilmente e poi riprese di nuovo senza approdare a niente nonostante la massa di indizi. C’è stato un lungo processo con richiesta di risarcimento miliardario, intentato dalla madre e dalla moglie di Notorious B.I.G. contro la città di Los Angeles, sulla base di elementi che indicavano come autori dell’omicidio agenti del Los Angeles Police Department al soldo di Suge Knight. La città rischiò la bancarotta. L’inchiesta sui due omicidi ha portato comunque a uno dei principali processi nella storia americana per corruzione nelle forze di polizia, lo scandalo Rampart, con 147 cause civili intentate, 70 agenti coinvolti, risarcimenti per oltre 125 milioni di dollari.

L’uomo arrestato per l’uccisione di Tupac si chiama Duane Davis, 60 anni, universalmente noto come “Keffe D”. Era uno dei capi dei South Side Compton Crips, gangster con la bandana azzurra, rivali mortali dei Bloods con i colori rossi come Suge. Sorprendente non è che sia stato arrestato e accusato ma che ci si sia arrivati così tardi. Keffe era stato indicato come uno degli attentatori già nel 2009 dall’allora detective del Lapd Greg Kading, incaricato di riaprire le indagini per evitare di dover pagare alla madre di Notorious B.I.G., Voletta Wallace, il risarcimento richiesto. Lo stesso Keffe aveva ammesso il suo ruolo nel delitto in un documentario tv e nel 2019 ci ha anche scritto un libro, Compton Street Legend. La sola incognita è se l’indagine si fermerà a lui o proverà ad arrivare più in alto: tanto in alto da toccare Sean Combs, forse il principale mogul del rap ancora oggi.

All’epoca dei delitti era Puff Daddy o Puffy, poi ha cambiato soprannome a più riprese. Nel ‘96 B.I.G. era la sua gallina dalle uove d’oro, oggi è il mogul rap più ricco del mondo. Nel ‘96 i rapper delle due coste erano in guerra. Sentendosi minacciato da Suge Knight, la cui mano pesante era leggendaria, Puffy aveva assoldato come protezione sulla West Coast, per sé e per Wallace, la banda Crip di Keffe D. A occuparsi della mediazione era stato Eric “Von Zip” Martin, uno dei principali gangster di New York, allora molto vicino a Puffy, Dopo una serie di fronteggiamenti tra i due mogul e le due gang, secondo le conclusioni di Kading, Puffy, attraverso Von Zip avrebbe offerto un milione di dollari per l’uccisione di Suge e Tupac.

La sera del 6 settembre ‘96 gli uomini della Death Row e quelli dei South Side Compton Crips erano tutti a Los Angeles per l’incontro di pugliato tra Mike Tyson e Bruce Seldon. All’uscita dall’incontro uno degli uomini della Death Row riconobbe un crip che aveva provato a rapinarlo qualche mese prima, Orlando “Baby Lane” Anderson, nipote di Keffe D. Tupac lo stese subito, ripreso dalle telecamere di sicurezza, poi lui, Suge e gli altri della Death Row lo presero a calci quando era già a terra. Messo al corrente del fattaccio Keffe avrebbe voluto vendicarsi subito, un po’ per lavare l’onta, un po’ per la ricompensa promessa da Puffy. Però era disarmato: la pistola forse gliela passò proprio Von Zip, anche lui a Las Vegas per l’incontro. Nella macchina per la spedizione punitiva salirono in 4. A sparare, secondo Keffe, fu lo stesso Orlando Anderson. Oggi, a parte Keffe, sono tutti morti.

Afeni Shakur, madre di Tupac ed ex Black Panther accusò Anderson dell’omicidio. Il caso sarebbe dovuto arrivare in tribunale nel settembre 1998 ma Baby Lane Anderson fu ucciso prima, in uno scontro a fuoco a Compton. Intanto era stato ammazzato anche Notorious B.I.G. Secondo le conclusioni di Greg Kanding a commissionare l’omicidio, per vendicare Tupac, sarebbe stato Suge Knight e il killer sarebbe stato un gangster della Mob Piru Bloods, Wendell “Poochie” Fouse, ucciso con 10 colpi alla schiena, sempre a Compton nel 2003.

Nonostante i depistaggi che costarono la carriera e il posto a Russell Poole, il primo investigatore che aveva seguito il caso e che, partendo dai legami tra Suge e gli agenti corrotti, aveva scoperto gli altarini dello scandalo Rampart Russell, dopo 27 anni dei più famosi omicidi nella storia della musica si sa, se non tutto, molto. Non sono cold cases e non sono omicidi come tanti. Sono il vero romanzo criminale di Los Angeles.

3 Ottobre 2023

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