Nel Casertano
Chi è Antonio Mangiacapre e perché ha ucciso i fratelli Marrandino
Marco e Claudio, uno avvocato e l'altro imprenditore, rispettivamente di 39 e 29 anni, sarebbero stati uccisi per una lite legata alla viabilità a Orta di Atella. Le vittime erano originarie di Cesa, sempre in provincia di Caserta. Come il presunto assassino: il 53enne in stato di fermo avrebbe confessato il delitto
Cronaca - di Andrea Aversa
Li avrebbe uccisi a colpi d’arma da fuoco. Nessuna diatriba relative ad aste, eredità o altre vicissitudini. A muovere la rabbia e la mano sul grilletto della pistola, sarebbe stata la follia, esplosa dopo una presunta lite avvenute per motivi di viabilità. Così avrebbe confessato Antonio Mangiacapre che in presenza del suo avvocato Paolo Caterino, secondo quanto riportato da La Repubblica, ha spiegato agli inquirenti il movente che avrebbe causato il duplice omicidio dei fratelli Marco e Claudio Marrandino (uno avvocato e l’altro imprenditore, rispettivamente di 39 e 29 anni) avvenuto a Orta di Atella (in provincia di Caserta), lo scorso 15 giugno.
Uccisi a colpi d’arma da fuoco i fratelli Marco e Claudio Marrandino: chi sono le vittime
Questa la possibile dinamica: le due vittime e il killer si trovavano in via Astragata, nei pressi dello svincolo di Succivo, lungo la Nola-Villa Literno. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, coordinati dalla responsabile della Procura di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone, i fatti si sarebbero svolti sotto gli occhi di alcuni carabinieri di pattuglia in zona. Mangiacapre, 53enne operaio originario di Cesa (località sempre del Casertano) e attualmente in stato di fermo, dopo il litigio avrebbe impugnato l’arma del delitto e sparato contro Claudio Marrandino che era alla guida di un’automobile e poi nei confronti di Marco che aveva cercato di scappare.
Antonio Mangiacapre: chi è e perché ha ucciso i fratelli Marrandino
Poi Mangiacapre, che inizialmente aveva negato ogni responsabilità, si era recato presso l’ospedale Pineta grande di Castel Volturno. Forse, la sua intenzione, era quella di inscenare un alibi fingendo un falso ricovero. Il 53enne, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe un appassionato di armi. Si sposterebbe sempre con armi al seguito e anche se l’arma del delitto non è stata trovata, in casa sua le forze dell’ordine hanno rinvenuto armi detenute illegalmente. Ora, in attesa che gli investigatori verifichino la nuova versione dei fatti resa dall’indagato, Mangiacapre è stato accusato di duplice omicidio volontario e porto, detenzione e ricettazione di armi.