L'escalation in Medioriente

Israele allarga la guerra: uccide capo Hezbollah e infiamma il fronte con il Libano

Il gruppo sciita: “Intensificheremo gli attacchi”. Netanyahu minaccia l’escalation. Gli investigatori dell’Onu contro Israele e gruppi armati palestinesi: “Crimini di guerra dopo il 7 ottobre”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

13 Giugno 2024 alle 16:00

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Israele allarga la guerra: uccide capo Hezbollah e infiamma il fronte con il Libano

Bombe, razzi, uccisioni “mirate”, civili in fuga. I venti di guerra sferzano il fronte nord d’Israele. L’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso il comandante di Hezbollah Taleb Abdallah in un attacco sul sud del Libano. “Ieri sera (lunedì, ndr), un centro di comando di Hezbollah nell’area di Jouaiyya, nel Libano meridionale, utilizzato negli ultimi mesi per dirigere attacchi terroristici contro il territorio israeliano dal Libano sudorientale, è stato colpito dall’aeronautica. Nell’ambito dell’attacco è stato eliminato Sami Taleb Abdullah, comandante dell’Unità Nasr dell’organizzazione terroristica Hezbollah.  Sami Taleb Abdullah era uno dei più alti comandanti di Hezbollah nel sud del Libano”, ha scritto l’Idf su Telegram.

Sale così a 344 il numero dei combattenti sciiti uccisi da Israele in Libano e Siria dall’8 ottobre, quando sono iniziati gli scontri tra le forze israeliane e Hezbollah in seguito all’attacco di Hamas. Oltre 150.000 persone su entrambi i lati del confine sono state costrette a fuggire dalle proprie case. Un alto funzionario di Hezbollah ha promesso che il gruppo militante sciita intensificherà i suoi attacchi contro Israele, all’indomani dell’uccisione di un alto comandante nel sud del Libano da parte delle forze armate dello Stato ebraico.  «Aumenteremo l’intensità, la forza, la quantità e la qualità dei nostri attacchi», ha precisato il funzionario di Hezbollah Hashem Safieddine, parlando al funerale del comandante Taleb Sami Abdallah, ucciso l’altro ieri nell’attacco israeliano.

«Nella zona di Zarit, nel nord di Israele, sono stati individuati circa 10 proiettili provenienti dal Libano, alcuni dei quali sono stati intercettati. Non sono stati segnalati feriti»: lo rende noto l’esercito israeliano su Telegram. Il bilancio dei razzi lanciati ieri da Hezbollah verso il nord di Israele sale ad almeno 215. «In seguito ai proiettili sparati oggi (ieri, ndr) verso il nord di Israele, i servizi antincendio e di soccorso israeliani stanno attualmente operando per estinguere gli incendi scoppiati a seguito dei lanci. Negli incidenti non sono stati segnalati feriti», si legge inoltre nel messaggio.

I caccia israeliani «hanno colpito un lanciatore utilizzato per sparare proiettili dall’area di Hanine, nel sud del Libano, nel nord di Israele. Contemporaneamente sono state colpite anche quattro infrastrutture terroristiche nella zona di Yater, da cui sono stati lanciati proiettili contro il nord di Israele», conclude il comunicato. Il governo israeliano non ha ancora preso una decisione su un’eventuale operazione su larga scala contro Hezbollah in Libano, ma intende continuare la campagna di bombardamenti mirati contro i quadri e le posizioni del movimento libanese. È quanto scrive il quotidiano Haaretz citando lo stato maggiore israeliano. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è detto pronto mercoledì scorso a ordinare il lancio di «un’operazione molto intensa» sul confine settentrionale per porre fine al lancio di razzi di Hezbollah.

Il ministro degli Esteri iraniano Ali Bakri Keni ha commentato l’ultima raffica di missili lanciata verso il nord di Israele dicendo: «Consigliamo a Israele di non cadere nel pozzo del Libano. Non permetteremo a Israele di raggiungere i suoi obiettivi in Libano». Lo riporta Ynet. «Noi non vogliamo vedere un’escalation, e penso che si possa dire che veramente nessuno vuole iniziare una guerra, avere un’escalation». Lo ha affermato, nella conferenza stampa a Doha, il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in riferimento alla situazione al confine nord di Israele.
Intanto, investigatori indipendenti delle Nazioni Unite hanno accusato Israele e diversi gruppi armati palestinesi di aver commesso “crimini di guerra dallo scoppio del conflitto a Gaza il 7 ottobre. “È imperativo che tutti coloro che hanno commesso crimini siano chiamati a risponderne”, ha dichiarato Navi Pillay, che presiede la Commissione d’inchiesta. La commissione è stata istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 2021 per indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Israele e nei territori palestinesi.

13 Giugno 2024

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