Dal 17 al 38%
Dazi europei su auto dalla Cina: gli aumenti della Commissione sull’elettrico, come negli USA
La misura per contrastare quella che è descritta come concorrenza sleale: gli aumenti a seconda dei produttori. Soddisfazione del governo, assenso dei sindacati, contraria Stellantis
News - di Redazione Web
Come gli Stati Uniti, l’Unione Europea introdurrà nuovi dazi sulle automobili elettriche importante dalla Cina. Una misura presa per contrastare quella che è considerata una concorrenza sleale da parte delle aziende cinesi ai produttori occidentali. E nonostante siano in corso trattative con il governo cinese per arrivare a una soluzione. La Commissione ha annunciato che dal prossimo 4 luglio saranno applicati i dazi, difficilmente si potrà arrivare a una soluzione prima. Gli aumenti oscilleranno in una forbice tra il 17% e il 38%.
La decisione era stata annunciata dal Financial Times mercoledì mattina. Pechino nel corso del 2023 ha esportato auto elettriche in Europa per un valore di circa dieci miliardi di euro, circa il doppio rispetto all’anno precedente, circa l’8 per cento della quota di mercato. Le aziende cinesi ricevono importanti sussidi dal governo di Pechino e in questa maniera riescono ad abbattere i costi di produzione e quindi i prezzi. La misura punta a influire sui prezzi di vendita, in maniera da accorciare il divario con le produzioni europee.
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Le misure dell’UE sulle auto elettriche dalla Cina
Ancora in corso l’inchiesta annunciata qualche tempo da dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. I nuovi dazi varieranno a seconda delle aziende produttrici: del 17,4% per BYD, del 20% per Geely, del 38,1% per SAIC, del 21% per tutte le altre società che hanno collaborato alle indagini dell’organo esecutivo dell’Unione, del 38,1% per tutte le aziende che non hanno collaborato. Complessivamente potranno arrivare fino al 48%.
Gli USA avevano preso lo scorso mese la decisione di aumentare la stessa tipologia di dazi, ma al 100 per cento. Non è escluso che da Pechino non arrivino ritorsioni, per esempio sui dazi sulle automobili prodotte in Europa e importate, già al 15%, o sull’esportazione di tecnologia e componenti come le batterie. La Cina è il Paese leader nello sviluppo dei veicoli elettrici. Contraria alla minaccia di una “guerra commerciale” la Germania, che nel settore intrattiene una collaborazione molto stretta con Pechino. Soddisfazione invece del governo italiano.
Le reazioni in Italia ai dazi europei sulle auto elettriche cinesi
“Non vogliamo rinunciare alla possibilità di rafforzate l’industria italiana delle Auto”, ha dichiarato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. “Saluto con soddisfazione l’annuncio che la Commissione – guarda caso dopo il voto europeo – sull’introduzione di dazi sull’ingresso di auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare l’Italia, con l’industria automobilistica italiana come uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro Paese a cui non vogliamo rinunciare assolutamente”.
Decisamente contraria la Stellantis, che “crede nella concorrenza libera e leale in un ambiente commerciale mondiale e non sostiene misure che contribuiscono alla frammentazione del mondo” ha fatto sapere il portavoce in una nota. “Stellantis è agile nell’adattarsi e nel trarre vantaggio da qualsiasi scenario e l’annuncio di oggi delle tariffe non scoraggerà la nostra strategia complessiva nei confronti di Leapmotor in Europa, poiché abbiamo tenuto conto di questo potenziale sviluppo”. Positivo invece il commento del Presidente di Conftrasportp-Confcommercio Pasquale Russo: “Non può che trovarci d’accordo poiché tutela la filiera europea e limita il pericolo dell’invasione delle produzioni cinesi, che presentano rischi e livelli di qualità ben diversi da quelli comunitari”.