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Chi è Nicolas Schmit, commissario Ue e spitzenkandidat del Pse alle elezioni europee

Politica - di Redazione - 24 Maggio 2024

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Nicolas Schmit
Nicolas Schmit

A 70 anni, Nicolas Schmit punta al ruolo più importante della sua lunga carriera politica: la poltrona oggi occupata da Ursula von der Leyen, quella di presidente della Commissione europea.

Membro di lungo corso del Partito Operaio Socialista lussemburghese, già ministro del Lavoro, dell’Occupazione e dell’Immigrazione in esecutivi di diversi orientamenti tra il 2009 e il 2018, dal 2019 è commissario europeo per il Lavoro e i Diritti Sociali proprio nell’esecutivo europeo guidato da von der Leyen.

Chi è Nicolas Schmit

Figlio unico di un falegname, aria da “grigio burocrate”, Schmit non è certamente un politico che sa trascinare le folle, come ammettono i suoi stessi alleati e compagni di partito: non a caso il suo “debutto politico” arriva come ghostwriter di Gaston Thorn, primo ministro del Lussemburgo a metà anni Settanta e poi presidente della Commissione Europea tra il 1981 e il 1985.

Schmit spitzenkandidat del Pse

La sua incoronazione a Spitzenkandidat del Pse, il Partito socialista europeo, è arrivata lo scorso 2 marzo durante il congresso elettorale del Partito a Roma, alla presenza di tutti i principali leader dei partiti membri del gruppo S&D di Strasburgo, da Elly Schlein a Olaf Scholz, passando per Antonio Costa e Pedro Sanchez.

Spitzenkandidat ovvero “candidato di punta”, di fatto il capolista dei partiti socialisti e progressisti alle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno. Nei fatti però Schmit ha pochissime possibilità di ottenere la poltrona di presidente della Commissione europea: da una parte perché i socialisti secondo tutti i principali sondaggi saranno il secondo gruppo parlamentare dietro i Popolari, i partiti di centrodestra “liberale”, dall’altra perché lo stesso ruolo di Spitzenkandidat è quantomeno fumoso.

Caso esemplare è quello del 2019, le ultime elezioni europee. Il PPE, i Popolari, vinsero con candidato designato il Manfred Weber: a lui, oggi capogruppo a Strasburgo, il Consiglio Europeo, l’organismo che riunisce i vari capi di Stato e di governo dell’Unione, preferirono Ursula von der Leyen, poi confermata dal voto del Parlamento europeo con soli nove voti di margine.

Il programma di Schmit

Al centro delle politiche che Schmit e i socialisti puntano a promuovere a Bruxelles ci sono il lavoro, i diritti civili e le politiche green.

Ciò che mi spinge è migliorare le condizioni di vita dei cittadini europei. Dobbiamo dare ai lavoratori salari dignitosi, buone condizioni di lavoro, posti di lavoro di qualità, ha affermato, chiedendo l’uguaglianza per le donne nel mondo del lavoro“, ha spiegato Schmit nel dibattito fra gli Spitzenkandidaten tenuto oggi a Bruxelles. “Dobbiamo rispondere al desiderio dei giovani che la transizione verde venga attuata, e dobbiamo dare loro buoni posti di lavoro“, ha spiegato Schmit.

Ma soprattutto Schmit ha posto il veto a qualsiasi accordo post-voto con Ecr e Id, ovvero i conservatori europei di Giorgia Meloni e ‘Identità e Democrazia’, l’altro gruppo di estrema destra di cui fanno parte il Rassemblement National di Marine Le Pen, la Lega di Matteo Salvini e i post-nazisti tedeschi di Alternative für Deutschland, proprio oggi “fatti fuori” dal gruppo europeo.

Abbiamo detto in maniera chiara che non c’è coalizione possibile con l’estrema destra perché non condividiamo i valori europei, noi vogliamo un’Europa più forte loro vogliono un’Europa più debole”, ha spiegato Schmit. Le parole dello spitzenkandidat socialista sul punto sono state durissime: “Siamo pronti a collaborare con tutte le forze democratiche ma non ritengo che Ecr e ID siano forze democratiche per diverse regioni. Anche in Italia ora assistiamo ad attacchi contro le donne, contro i media. Quindi non corrispondono ai valori fondamentali”.

di: Redazione - 24 Maggio 2024

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