L'appello contro la barbarie
Invasione di Rafah, l’Italia e altri 12 chiedono lo stop a Israele
L’intervento su larga scala “avrebbe conseguenze catastrofi che sulla popolazione civile”, Israele ha diritto a “esercitare il proprio diritto alla difesa” ma “deve rispettare il diritto internazionale”, si legge nella lettera dei ministri degli esteri all’omologo israeliano
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Dolore e morte
È ciò che si “respira” nella Striscia. L’Idf ha trovato i corpi di 3 ostaggi israeliani a Gaza: sono stati uccisi il 7 ottobre dopo essere fuggiti dal Nova Festival e i loro cadaveri portati nella Striscia. Lo ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari.
Il recupero è avvenuto con un’operazione congiunta tra lo Shin Bet e l’esercito. Tra i cadaveri trovati c’è quello di Shani Louk, la tatuatrice israelo-tedesca. Il suo corpo fu portato nel retro di un camioncino dai terroristi di Hamas. Quelle immagini fecero il giro del mondo e divennero un simbolo del massacro del 7 ottobre. Gli altri due corpi sono quelli di Amit Buskila e Ytzhak Gelerenter, anche loro assassinati nel raid al festival rave.
Cronaca di guerra
Le forze israeliane hanno combattuto ieri i membri di Hamas negli stretti vicoli di Jabalya, nel nord di Gaza, in alcuni degli scontri più feroci da quando sono tornati nell’area una settimana fa. Lo riporta Reuters.
I residenti hanno raccontato che i mezzi corazzati israeliani si sono spinti fino al mercato nel cuore di Jabalya, il più grande degli otto storici campi profughi di Gaza, e che i bulldozer stavano demolendo case e negozi lungo il percorso dell’avanzata.
«Qualsiasi attacco a Rafah è inaccettabile. Infliggerebbe un’altra ondata di dolore e miseria quando avremo bisogno di un’ondata di aiuti salvavita». Lo ha detto il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres in un vertice della Lega degli Stati arabi.
«Per la sua velocità e portata», questo «è il conflitto più mortale del mio mandato come segretario generale – per i civili, gli operatori umanitari, i giornalisti e i nostri stessi colleghi delle Nazioni Unite», ha aggiunto. «Ribadisco il mio appello per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi», «nulla può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».
La diplomazia batte un colpo
Israele ha diritto a “esercitare il proprio diritto alla difesa” ma “deve rispettare il diritto internazionale” e l’operazione su larga scala a Rafah “avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”.
In una lettera al ministro degli esteri israeliano Israel Katz, i titolari degli esteri d’Italia, Canada, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito, Svezia, Australia e Corea del sud, coordinati da Antonio Tajani per la presidenza del G7, ribadiscono “l’opposizione a un’operazione militare su larga scala a Rafah” e “la richiesta di un piano credibile per proteggere” i civili.
La lettera comincia ribadendo “con forza il nostro sdegno per il brutale attacco terroristico condotto da Hamas e da altri gruppi terroristici contro Israele, il 7 ottobre” e con la richiesta a Hamas di “rilasciare tutti gli ostaggi immediatamente e senza condizioni”.
“Continueremo a lavorare per negare ad Hamas la capacità di compiere ulteriori atrocità”, scrivono i ministri degli esteri dei 13 Paesi, la maggior parte del G7 e dell’Ue. Ma, affermano, che “nell’esercitare il proprio diritto alla difesa, Israele deve rispettare pienamente il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale. Vi scriviamo alla luce della devastante e crescente crisi umanitaria in tutta Gaza e desideriamo chiedere al Governo di Israele un’azione urgente per affrontarla”.
“Ribadiamo – sostengono i ministri degli Esteri – la nostra opposizione a un’operazione militare su larga scala a Rafah, che avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile. Ribadiamo la nostra richiesta di un piano credibile e attuabile per proteggere la popolazione civile e rispondere alle sue esigenze umanitarie”.