Il parroco

Chi è don Patriciello: il prete di frontiera del Parco Verde di Caivano, “Pippo Baudo di Napoli nord” per De Luca, difeso da Meloni

L'ironia del governatore della Campania, le difese della Presidente del Consiglio. "Da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: ‘Sta passando Pippo Baudo’". Il caso politico

Politica - di Redazione Web

11 Maggio 2024 alle 15:21

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Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 31 agosto 2023 Caivano (Napoli) Italia – Politica – Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in visita a Caivano. Nella foto: Giorgia Meloni incontra Don Maurizio Patriciello DISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE – Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 31 agosto 2023 Caivano (Napoli) Italia – Politica – Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in visita a Caivano. Nella foto: Giorgia Meloni incontra Don Maurizio Patriciello DISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE – Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

È diventata una vera e propria questione politica quella della battuta di Vincenzo De Luca verso don Maurizio Patriciello. Il parroco del Parco Verde di Caivano, prete “di frontiera” come vengono definiti in questi casi, attivo contro la criminalità organizzata e il disagio sociale. Pippo Baudo di Napoli Nord, è stato definito dal Presidente della Regione Campania. Non un riferimento al suo attivismo quanto alla sua presenza nella lista delle personalità scelte dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per promuovere la riforma del cosiddetto “premierato”. Niente a che fare con l’attività nel Parco Verde. La destra sta attaccando in blocco il governatore, uno dei più forti d’Italia e uno dei pochi ormai di centrosinistra. La stessa premier Meloni ha scritto un messaggio di appoggio al parroco, col quale i rapporti si sono molto stretti nell’ultimo anno.

Patriciello vive sotto scorta dal 2022, è nato a Frattaminore, in provincia di Napoli, nel 1955. Era paramedico, nel 2013 la conversione che sarebbe scaturita dall’aver dato un passaggio in automobile a un sacerdote francescano che predicava e viaggiava in autostop. A 30 anni si iscrisse e Teologia e divenne prete. Al Parco Verde di Caivano si contano decine di piazze di spaccio, il business della droga frutta centinaia di milioni di euro all’anno. Patriciello è molto impegnato anche contro il malaffare delle organizzazioni nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Il fratello Franco è morto di tumore. È molto attivo sui social network, collabora con il quotidiano Avvenire. Per il suo impegno vive dal 2022 sotto scorta.

Chi è don Patriciello

“Mi avete costretto, fratelli camorristi, a vivere sotto scorta – scrive don Patriciello –. Mi pesa. Non lo avrei mai pensato. Fa niente. Vi perdono. Vi abbraccio. Vi chiedo però di cambiare vita. Per il nostro bene. Per il vostro bene. Per il bene dei vostri figli”. Una bomba davanti al cancello della sua chiesa venne fatta esplodere nel marzo del 2022, soltanto l’ultima di tante intimidazioni che alla fine hanno portato il ministero a disporre della scorta.

“Non posseggo niente. Di che avevano paura queste persone che hanno scelto la via del male? In che cosa avrei potuto danneggiarli? I camorristi hanno bisogno del silenzio omertoso dei cittadini più del pane. Odiano la libertà. Tiranneggiano il nostro popolo. Lo vogliono condannare a morte. Ma non rinunciano all’ebbrezza di essere ipocritamente osannati e riveriti. Non vogliono bene a nessuno, nemmeno ai loro stessi figli, ai quali aprono le porte del carcere o del camposanto. Questi scempi vanno denunciati. Ad alta voce. L’ho fatto. A loro non piace. E arrivano le minacce”.

Il rapporto tra don Patriciello e Giorgia Meloni

I rapporti con Giorgia Meloni si sono molto stretti dall’estate del 2023: da quando due cugine minorenni hanno denunciato una serie di abusi sessuali da parte di un branco di ragazzi proprio all’interno del Parco Verde. Un altro episodio di violenza verificatosi all’interno del Parco Verde e salito alla ribalta delle cronache nazionali, ce n’erano stati altri ugualmente raccapriccianti negli anni scorsi. Meloni ha visitato il Parco Verde con altri ministri, si è impegnata a promettere alcuni interventi infrastrutturali e ha assicurato una maggiore presenza dello Stato e delle forze dell’ordine. Don Patriciello non ha mai nascosto di apprezzare l’impegno della Presidente del Consiglio per il Parco Verde.

La risposta di don Patriciello a De Luca

“Caro Presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire: ‘A Caivano lo Stato non c’è. Stop’ mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito”, ha scritto don Patriciello in un post sui social. “Non mi permetto di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che ‘se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce’. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: ‘Sta passando Pippo Baudo’. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo”.

Meloni prende le difese di don Patriciello

A difesa di don Patriciello la premier Giorgia Meloni. “‘Pippo Baudo dell’area nord di Napoli’. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”, ha scritto Meloni in un post sulle sue pagine social.

“Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”. A chiudere l’hashtag #IosonoPadreMaurizio, rilanciato anche dal ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e dalla destra campana che compatta si sta schierando a sostegno del parroco e contro il governatore.

11 Maggio 2024

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