La polemica
Presepe con due Madonne, don Patriciello contro don Vitaliano: “Rimetti San Giuseppe al suo posto e chiedi scusa”
La polemica sull'iniziativa del parroco nell'avellinese: "L’esclusione non è praticata solo nell’ambito della società civile, anche la Chiesa non di rado pratica l’esclusione". La replica del parroco del Parco Verde: "A nessuno è dato di manomettere il significato e la struttura di una storia millenaria"
News - di Redazione Web
Chiesa aperta, nessuna esclusione: ma il presepe con due Madonne è troppo. Anzi, secondo padre Maurizio Patriciello don Vitaliano Della Sala dovrebbe chiedere scusa e rimettere San Giuseppe “al suo posto. Gli compete di diritto”. Anche il parroco del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, periferia sconvolta negli ultimi anni da terribili e clamorosi casi di cronaca nera, entra nella diatriba sulla sacra rappresentazione natalizia, quella scatenata dall’iniziativa del parroco della Chiesa SS. Pietro e Paolo in Capocastello di Mercogliano, in provincia di Avellino, don Vitaliano Della Sala.
Per sottolineare come il futuro della Chiesa debba essere inclusivo, don Vitaliano ha realizzato un presepe con due Madonne. “Il disprezzo, anche da parte di settori della Chiesa cattolica contro le ‘famiglie arcobaleno’ e la loro condanna a prescindere, senza una discussione e un confronto serio e onesto, è la pennellata di tenebra che contribuisce a dipingere la notte del nostro tempo. Perciò ci sono due mamme nel presepe: la luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche”, aveva scritto nel post su Facebook con la fotografia del presepe.
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Chi è don Vitaliano Della Sala
Ottomila follower su Facebook, già in passato esposto in battaglie sui diritti civili, don Vitaliano della Sala ha aggiunto nel suo lungo post: “L’esclusione non è praticata solo nell’ambito della società civile, anche la Chiesa non di rado pratica l’esclusione, relegando ai margini autentici testimoni di Gesù Cristo che urtano il potere, che battono vie nuove, quelle strade su cui subito prendono a camminare gli ultimi, i poveri di Dio, e sulle quali invece inciampano, scandalizzati, i benpensanti. Invece proprio la logica dell’inclusività è l’avvenire della Chiesa: una Chiesa che non emargina, non usa la pesante scure del giudizio contro nessuno, una ‘Chiesa degli esclusi e non dell’esclusione’ (mons. J. Gaillot), capace di accogliere, di portare tutti in seno”.
La sua iniziativa aveva scatenato apprezzamenti ma anche reazioni indignate: come quella del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Un gesto che lascia sgomenti, è l’ennesimo atto di vera e propria blasfemia, con la rimozione di San Giuseppe e, dobbiamo immaginare, evidenti allusioni nei confronti della Madonna, così come d’altronde siamo abituati a vedere in molti cortei che rivendicano diritti e tolleranza dimenticando però di rispettare il mondo cattolico”.
Altra dura replica è arrivata da don Patriciello, parroco cosiddetto “di frontiera”, da anni impegnato nel sociale, lo stesso che aveva apprezzato l’iniziativa della Presidente Giorgia Meloni che la scorsa estate aveva raccolto il suo invito e si era recata al Parco Verde dopo le denunce di molestie sessuali a un gruppo di ragazzi da parte di due minorenni.
Il post di don Maurizio Patriciello
“Caro don Vitaliano, caro confratello nel sacerdozio – ha scritto su Facebook Patriciello – , si può e si deve discutere di tutto. Dobbiamo allargare il cuore e la mente fino a lacerarli. Avendo però sempre rispetto per l’intelligenza, la sensibilità e la fede del popolo di Dio. ‘Quella’ famiglia nel presepe ci è cara. Tanto. Troppo. Racconta una storia. Per chi crede, quel Bambino è figlio di Dio. Siamo all’origine di una storia millenaria. E non solo di fede. A nessuno – in particolare a un prete – è dato di manometterne – arbitrariamente – il significato e la struttura. In appositi contesti discuteremo di altro. Nessun veto. Nessuna paura. Nessuna inibizione. Nessuna esclusione. La Chiesa – lo sai bene – non ha nemici. Ritorna sui tuoi passi. Cerca di fare un piccolo atto di umiltà. Chiedi scusa. Togli la statuetta aggiunta e rimetti san Giuseppe al suo posto. Gli compete di diritto. Maurizio Patriciello”.
La polemica è arrivata proprio mentre Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge per salvaguardare “le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio” come ha commentato la firmataria Lavinia Mennuni. Patriciello in un altro post aveva commentato un’altra vicenda: “Eppure c’è chi si ostina a credere che i miracoli non accadono.
Invece. In una scuola di Padova, Gesù diventa Cucù. ‘Per non offendere i bambini non Cattolici’ hanno detto le insegnanti. Senza parole. Non sai se ridere o strapparti i pochi capelli che ti restano. A boccheggiare non è la fede, è la ragione. I bambini – tutti i bambini- vanno rispettati. Guai a prenderli in giro. Guai a trattarli come menomati. Non ce la perdoneranno. Un giorno ce la faranno pagare. Un bacio a Gesù. Un marameo a Cucù. Un abbraccio alle insegnanti. Una preghiera a Sant’ Antonio di Padova. Maurizio Patriciello”.