Il niet anche a destra
Separazione delle carriere, correnti compatte contro la riforma di Nordio
Nordio cambia idea e annuncia che sarà al congresso dell’Anm a Palermo. Ma da Mi a Unicost, a Area, correnti compatte sul no alla riforma del ministro
Giustizia - di Angela Stella
Cambio di programma: il Ministro Nordio sarà sabato prossimo al Congresso dell’Anm a Palermo e oggi incontrerà anche la giunta e il Presidente del ‘sindacato’ delle toghe per parlare del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere, riforma del Csm, sorteggio per i suoi membri e Alta Corte per il disciplinare.
Dunque il Guardasigilli ha accolto la richiesta di dialogo e chissà se queste due iniziative gli consentiranno di ricevere una accoglienza meno fredda. Non esserci avrebbe significato snobbare la magistratura e andare avanti con la riforma senza un dialogo aperto avrebbe rappresentato l’inizio di un duro scontro.
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Comunque la linea dell’Anm è compatta nella sua netta contrarietà e lo dimostrano anche le note giunte ieri da tre dei più importanti gruppi associativi. Paradossalmente, la più dura è stata Magistratura Indipendente, tacciata fino a questo momento di essere collaterale all’Esecutivo: “esprimiamo, in merito, la nostra forte preoccupazione e la nostra radicale contrarietà. Separare le carriere significa allontanare definitivamente il pm dalla cultura della giurisdizione. Significa creare un corpo autonomo di super poliziotti destinati alla sottoposizione inevitabile all’Esecutivo” scrivono la Presidente Loredana Miccichè e il Segretario Generale Claudio Galoppi.
Inoltre “ridisegnare il Governo Autonomo della magistratura consegnando alla sorte le funzioni di alta amministrazione del CSM è una scelta espressione della logica qualunquista dell’uno vale uno che tanti danni ha già fatto all’Italia”.
Per il gruppo conservatore “alla base di questo disegno vi è solo la volontà di mortificare la giurisdizione e con essa la magistratura, in una sorta di reazione scomposta per ciò che la magistratura ha operato e rappresenta: il controllo di legalità nel rispetto del principio di separazione dei poteri e nell’interesse esclusivo dei cittadini”.
Fatte queste premesse MI chiede “all’ANM una immediata mobilitazione culturale e operativa che non escluda nessuna forma e modalità di espressione di un motivato e forte dissenso”. Parole risolute che segnano un ritorno a casa – possiamo dire – della corrente di destra, che fino a questo momento aveva spaccato l’Anm e aveva dialogato solo con il Guardasigilli.
Queste parole fanno capire che MI ha inteso che tatticamente non può isolarsi dall’intero ‘sindacato’ delle toghe, considerato anche il fatto che a Palermo per il congresso sono attesi circa 700 magistrati pronti a far sentire la loro voce contro Nordio.
A prendere posizione anche Unicost, la corrente di centro: “Ci auguriamo una mobilitazione di tutta la base della magistratura per scongiurare riforme che potrebbero farci scivolare verso regimi non democratici” scrive il direttivo. “Il Governo starebbe aspettando la celebrazione del prossimo congresso ANM di Palermo per evitare polemiche in sede congressuale”.
Nel merito, i magistrati di Unicost, commentando il recente meeting annuale europeo dell’EAJ (European Association of Judges), dove “i delegati della nostra Anm hanno ribadito la preoccupazione per le proposte di riforma”, condividono la risoluzione adottata dall’associazione europea “ritenendo che le modifiche di riforma costituzionale già in discussione in Parlamento e l’annunciato nuovo ddl di riforma costituzionale costituiscono un grave attacco all’indipendenza della magistratura, con concreto pericolo per l’attuale equilibrio dei poteri”.
Nella giornata di ieri è arrivata pure una nota del coordinamento di Area Dg, la corrente progressista dell’Anm: “Ancora una volta il governo annuncia la separazione delle carriere presentandola come una riforma garantista e nell’interesse dei cittadini. Crediamo non sia così”.
Per una giustizia “più efficiente e garante dei diritti occorre ridurre il numero di reati, affrontare il tema della legalizzazione delle droghe leggere, investire sulle pene alternative, ma il governo – stigmatizza ancora AreaDg- introduce sempre nuovi fattispecie di reato e non interviene sul sovraffollamento carcerario. Rispettiamo la volontà del legislatore ma la giustizia è uno dei fondamenti della democrazia e – conclude la nota – non può essere oggetto di propaganda e di battaglie ideologiche”.
Si è espressa anche l’Unione Camere Penali: “Si tratta di una riforma necessaria al fine di realizzare nel processo la figura di quel giudice terzo voluto dall’art. 111 della Costituzione, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini”; tuttavia “resta fermo che la necessaria separazione delle carriere dovrà essere attuata nel rispetto dell’indipendenza della magistratura che rappresenta un bene fondamentale per la tenuta della nostra democrazia”.