Il Paese verso le europee

Giorgia, Vannacci e Matteo giocano col rischio di farci governare dai tecnocrati europei

Mentre il governo stanzia un po’ di bonus per l’elettorato, sapendo che siccome siamo pieni di debiti fino al collo, dopo le europee saremo costretti a rinunciare a ogni autonomia e ad accettare di essere governati dai tecnici europei.

Politica - di Redazione Web - 30 Aprile 2024

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Giorgia, Vannacci e Matteo giocano col rischio di farci governare dai tecnocrati europei

C’è una famosa canzone di Giorgio Gaber che descrive il nostro paese imbambolato, che neanche si accorge che una squadra di “tecnocrati” sta prendendo il potere e spazzando la democrazia: “… l’Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar…”. Torna in mente dando un’occhiata alla politica italiana alla vigilia delle elezioni europee più importanti da quando esiste il parlamento d’Europa.

I temi sono questi: il capo del governo illustra il programma del suo partito spiegando che può essere riassunto in una sola parola: “Giorgia”. Dice agli elettori di scrivere Giorgia sulla scheda elettorale e che poi ci pensa lei a fare convalidare quei voti irregolari. Il principale partito alleato di Giorgia – che per ora si chiama ancora Lega ma forse presto si chiamerà Matteo – presenta come candidato di punta un generale che vuol escludere dalle classi scolastiche regolari i bambini disabili e mandarli in una scuola differenziale in modo che non diano fastidio ai bambini normali.

Così come è bene dire che anche le persone non sono tutte normali. Ci sono le persone normali e anche gli omosessuali. Probabilmente, ma solo negli ultimi giorni di campagna elettorale, verrà posto il tema della necessità di chiamare gli omosessuali “froci”, per evitare ipocrisie. Questa è la battaglia ideale aperta. Mentre il governo stanzia un po’ di bonus per l’elettorato, sapendo che siccome siamo pieni di debiti fino al collo, dopo le europee saremo costretti a rinunciare a ogni autonomia e ad accettare di essere governati dai tecnici europei. I tecnici? Sì, insomma, i tecnocrati… Ma questo è bene non dirlo.

30 Aprile 2024

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