La preferenza

Meloni candidata alle Europee, perché si farà votare come ‘Giorgia’: “Sono una del popolo”

La premier annuncia la candidatura ed esprime il desiderio: "Sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente ‘Giorgia’". Il principio del "favor voti" e la sentenza del Consiglio di Stato

Politica - di Redazione Web - 29 Aprile 2024

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni conclude la Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, Domenica, 28 aprile 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Prime Minister Giorgia Meloni during the Brothers of Italy party Programmatic conference in Pescara, Sunday, April 28, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni conclude la Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, Domenica, 28 aprile 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Prime Minister Giorgia Meloni during the Brothers of Italy party Programmatic conference in Pescara, Sunday, April 28, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

“Scrivete Giorgia”, ha detto la Presidente del Consiglio Meloni annunciando la sua candidatura alle elezioni Europee in programma i prossimi 8 e 9 giugno alla conferenza programmatica del partito Fratelli d’Italia a Pescara. La premier ha scelto di essere capolista in tutte le cinque circoscrizioni italiane. Giorgia “perché io sono e sarò sempre una di voi”. Sulla scheda ci sarà scritto presumibilmente “Giorgia Meloni detta ‘Giorgia’”, è un espediente cui si fa ricorso da diversi anni, non una novità. E in questo caso anche a tutti gli effetti il frutto di una precisa strategia politica.

La candidatura di Meloni è una maniera per raccogliere più voti possibile considerando che alle Europee conteranno le preferenze. La premier non potrà comunque ricoprire il ruolo di parlamentare dal momento in cui il ruolo è incompatibile con quello di Presidente del Consiglio. Il suo posto sarà preso da un altro candidato di Fratelli d’Italia non eletto. Spesso si sceglie di farsi votare con un nome più informale per evitare errori e confusione con cognomi simili o uguali o quando il candidato è noto con un diminutivo del nome o con un soprannome.

Perché Meloni ha scelto di farsi votare come “Giorgia”

Di solito le formule che appaiono sono “detto” o “noto”, come succedeva per esempio con l’ex storico leader dei Radicali Marco Pannella che compariva sulle schede come “Giacinto Pannella detto Marco”. Nel caso di Giorgia Meloni si tratta di una scelta precisamente politica. “Sono stata derisa per anni e anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, fruttivendola, borgatara. Quello che non hanno mai capito è che io sono stata sempre, sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente ‘Giorgia’”.

Perché Meloni può farsi votare come “Giorgia”

A permetterlo è la legge italiana, all’articolo 69 del testo unico per l’elezione della Camera, che regola anche il voto delle Europee, secondo cui “la validità dei voti nella scheda deve essere ammessa ogni qualvolta possa desumersi la volontà effettiva dell’elettore”, e che quindi va privilegiata la volontà degli elettori nel giudicare la preferenza espressa. È un principio detto “favor voti” o della “conservazione del voto”. Secondo quanto dettato da una sentenza del Consiglio di Stato è possibile esprimere la propria preferenza scrivendo soltanto il nome di battesimo se la decisione è comunicata in precedenza a elettori ed elettrici o se il nome o il soprannome è riportato sui manifesti ufficiali delle candidature.

Il rischio contestazioni e ricorsi

La sua scelta di farsi chiamare soltanto con il nome di battesimo non esclude contestazioni o ricorsi. A Repubblica, insieme con altri giuristi dubbiosi o perplessi dalla scelta della premier, il costituzionalista della Sapienza Gaetano Azzariti ha commentato: “Siamo di fronte a un’evidente forzatura della legge elettorale che parla chiaro, solo il cognome, nome e cognome, se due cognomi anche uno solo dei due, e se c’è confusione tra omonimi ecco la data di nascita. Ormai gli esponenti di questo governo si ritengono legibus soluti, come dimostra il voto annullato e ripetuto sull’autonomia”.

29 Aprile 2024

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