La crisi del premier
Israele: rischio mandato di arresto della Cpi per Netanyahu
Lo spettro che aleggia sulle spalle del primo ministro più longevo della storia dello Stato Ebraico. La pressione Usa sulla Corte Penale Internazionale. Intanto, sono attesi aggiornamenti dai negoziati in corso in Egitto: da questi dipenderà l'invasione israeliana a Rafah
Esteri - di Redazione Web
L’offensiva israeliana a Rafah, città nell’estremo sud della Striscia di Gaza, è sempre più vicina e a dimostrarlo sono i nuovi piani di guerra approvati oggi dall’esercito di Tel Aviv per la “continuazione della guerra“. Per il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, l’attacco a Rafah è questione di giorni e per questo ha esortato gli Stati Uniti a intervenire, ritenendoli gli unici in grado di impedire l’operazione. “Ci hanno assicurato che non andranno a Rafah finché non avremo avuto la possibilità di condividere veramente con loro le nostre prospettive e le nostre preoccupazioni“, ha assicurato il portavoce della Casa Bianca John Kirby. Se l’offensiva israeliana a Rafah verrà lanciata o meno dipenderà anche dall’esito dei negoziati tenuti in piedi dall’Egitto.
Israele-Hamas, in Egitto i negoziati: in ballo la liberazione degli ostaggi e l’invasione di Rafah
Un accordo tra Israele e Hamas potrebbe infatti evitare l’operazione, come anche sottolineato dal ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz: “Entrare a Rafah è importante nella lunga lotta contro Hamas” ma “il ritorno dei nostri rapiti è di ben maggiore importanza“, ha detto. Una delegazione del gruppo palestinese è attesa domani al Cairo per discutere la proposta di Israele e dare una risposta che potrà determinare le sorti del raid a cui lo Stato ebraico si prepara da settimane e che peggiorerebbe ulteriormente le condizioni dei civili palestinesi. Con le temperature che iniziano a salire a Gaza, l’Unrwa ha denunciato che “almeno 2 bambini sono morti a causa del caldo“. La situazione drammatica ha convinto anche la ong World Central Kitchen (WCK) a riprendere le proprie attività nell’enclave palestinese che erano state sospese circa un mese fa, dopo l’uccisione di 7 volontari in un attacco dell’esercito israeliano.
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Perché Netanyahu potrebbe essere arrestato dalla Corte Penale Internazionale
“Siamo stati costretti a prendere una decisione: smettere del tutto di dare da mangiare durante una delle peggiori crisi alimentari di sempre, ponendo fine alla nostra operazione che rappresentava il 62% di tutti gli aiuti delle Ong internazionali, o continuare a dare da mangiare sapendo che gli aiuti, gli operatori umanitari e i civili vengono intimiditi e uccisi“, ha detto l’amministratore delegato Erin Gore, “continueremo a far arrivare quanto più cibo possibile a Gaza, inclusa la parte a nord, via terra, aria o mare“.Intanto a preoccupare i vertici di Tel Aviv è anche la possibilità che la Corte penale internazionale (Cpi) possa emettere mandati di arresto nei confronti di funzionari israeliani e del primo ministro Benjamin Netanyahu, che, per evitarlo, sta conducendo una “pressione telefonica senza sosta” sugli Stati Uniti.
Netanyahu: diplomazia Usa al lavoro e l’allarme del Ministro Katz sul pericolo antisemitismo
Washington, secondo quanto riportano i media, starebbe tentando “un disperato sforzo diplomatico” per aggirare quello che sarebbe “un grave deterioramento dello status internazionale di Israele“. Prospettiva, questa, che crea “uno stress insolito” al leader israeliano. Ma i provvedimenti della Corte dell’Aia, preoccupano l’intera classe dirigente dello Stato ebraico e, in particolare, il ministro degli Esteri Israel Katz che ha avvertito le ambasciate israeliane in tutto il mondo di prepararsi a “un’onda antisemita, antiebraica e anti-israeliana” nel caso venissero emessi i mandati d’arresto. Katz ha anche ordinato di aumentare la sicurezza attorno alle istituzioni ebraiche.