Le vittime del massacro
Chi sono i 7 operatori della Ong World Central Kitchen uccisi a Gaza: “Coraggiosi e altruisti, Israele non li ha protetti”
Il più giovane aveva 25 anni ed era palestinese, il più “esperto” era un 57enne britannico, nel mezzo un polacco, una australiana, uno statunitense: sono i sette operatori umanitari della Ong World Central Kitchen uccisi martedì 2 aprile in un raid israeliano nella città di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, come ammesso dallo stesso esercito dello Stato ebraico.
Il raid israeliano contro World Central Kitchen
Ad annunciare la morte dei sette volontari era stato il fondatore della Ong nata nel 2010, lo chef ispano-statunitense José Andres. “Queste persone sono angeli”, aveva scritto José Andres su X. “World Central Kitchen è sconvolta nel confermare che sette membri della nostra squadra sono stati uccisi a Gaza in un attacco dell’Idf”, aveva poi comunicato in una nota la Ong di base negli Stati Uniti, aggiungendo che le vittime “provenivano da Australia, Polonia, Regno Unito, un cittadino con doppia nazionalità americana e canadese e un palestinese”.
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La Ong aveva sottolineato che l’attacco era stato compiuto mentre un convoglio formato da tre veicoli stava lasciando Deir el-Balah dopo aver scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari. La Ong aveva aggiunto poi che i veicoli erano stati colpiti in un raid israeliano nonostante avessero il logo di World Central Kitchen e nonostante le operazioni fossero state coordinate con l’esercito di Tel Aviv.
Le opposte ricostruzioni sulla strage
L’esercito israeliano, anche tramite il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha ammesso le responsabilità dell’attacco ma ha sostenuto che fosse stato provocato da una “mancanza di coordinamento” con la Ong.
In realtà una ricostruzione del quotidiano israeliano Haaretz, basata su fonti anonime dentro l’esercito di Tel Aviv e nei servizi di intelligence, fornisce un quadro diverso e grave. Secondo il giornale l’attacco israeliano avrebbe avuto come obiettivo un militante di Hamas che sarebbe stato a bordo di un camion del convoglio umanitario di cui facevano parte le tre auto con a bordo i membri della Ong.
L’attacco però sarebbe stato compiuto soltanto dopo che il camion si era allontanato dal convoglio: il sospetto miliziano di Hamas non si trovava su nessuna delle tre auto colpite una dopo l’altra da un drone Hermes 450.
Chi erano i sette operatori umanitari di World Central Kitchen
Gli “eroi” di World Central Kitchen che hanno perso la vita a Deir el-Balah, così li definisce la stessa Ong, sono Saif Issam Abu-Taha, Lalzawmi Frankcom, Damian Sobol, Jacob Flickinger, John Chapman, James Henderson e James Kirby.
Saif Issam Abu-Taha, 25enne palestinese e più giovane del gruppo, era autista e interprete per WCK ed era a volante di una delle tre auto colpite dal drone israeliano. Del convoglio facevano parte tre britannici, tutti ex militari di Sua Maestà e che si occupavano non a caso della sicurezza: il 33enne James Henderson, il 47enne James Kirby e il 57enne John Chapman. Ad occuparsi della questione del cibo e degli aiuti erano invece gli altri tre operatori: la 43enne australiana Lalzawmi Frankcom, da tutti conosciuta semplicemente come Zomi, il polacco 35enne Damian Sobol e il 33enne con la doppia cittadinanza statunitense e canadese Jacob Flickinger.
“These are the heroes of WCK. These 7 beautiful souls were killed by the IDF in a strike as they were returning from a full day’s mission. Their smiles, laughter, and voices are forever embedded in our memories.” – Erin Gore, CEO. Read more: https://t.co/4f38RQ1l4I pic.twitter.com/neAsSzKVP5
— World Central Kitchen (@WCKitchen) April 2, 2024
La rabbia di Biden per la strage
La Ong era di base negli Stati Uniti e non è un caso dunque se le parole più dure arrivano da Joe Biden, che da tempo è in rotta col primo ministro israeliano Bibi Netanyahu per le modalità con cui Tel Aviv sta conducendo l’operazione militare, costatata la vita a oltre 32mila civili palestinesi.
“Sono indignato e addolorato per la morte di sette operatori umanitari della World Central Kitchen, tra cui un americano, avvenuta ieri a Gaza. Fornivano cibo ai civili affamati nel mezzo di una guerra. Erano coraggiosi e altruisti. La loro morte è una tragedia”, le durissime parole affidate ad una nota da Biden, in cui ammonisce Israele che “non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori umanitari che cercano di fornire ai civili l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno” e “non ha fatto abbastanza neppure per proteggere i civili”.
“Israele si è impegnato a condurre un’indagine approfondita sul motivo per cui i veicoli degli operatori umanitari sono stati colpiti dagli attacchi aerei. Tale indagine deve essere rapida, deve garantire la responsabilità e i suoi risultati devono essere resi pubblici“, ha aggiunto il presidente americano.
“Ancora più tragicamente – sottolinea Biden – questo non è un incidente isolato. Questo conflitto è stato uno dei peggiori degli ultimi anni in termini di quanti operatori umanitari sono stati uccisi. Questo è uno dei motivi principali per cui la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza è stata così difficile: perché Israele non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori umanitari che cercano di fornire ai civili l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno. Incidenti come quello di ieri semplicemente non dovrebbero accadere“.