L'anarchica alle europee
Perché la sinistra candida Ilaria Salis alle Europee: se sarà eletta la scarcerazione non è scontata
Dopo le smentite di Bonelli e Fratoianni arriva in serata il comunicato ufficiale. Ma se sarà eletta la sua scarcerazione non è scontata
Politica - di David Romoli
Ilaria Salis sarà candidata alle prossime elezioni europee nelle liste di Avs: capolista nella circoscrizione nord-ovest. Lo annunciano nella serata di venerdì i due leader del cartello, Nicola Fratoianni, segretario di sinistra italiana e il verde Angelo Bonelli.
La decisione, aggiunge il comunicato, è stata presa in pieno accordo con Roberto Salis, padre dell’anarchica detenuta in Ungheria. “L’idea è che intorno alla candidatura si possa generare una grande e generosa battaglia affinché la Ue difenda i princìpi dello Stato di diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli Stati membri”, conclude Avs.
L’annuncio ufficiale è arrivato alla fine di un giallo proseguito per tutta la giornata. La voce su una possibile candidatura di Ilaria Salis nelle liste di Avs girava da giorni. Ieri Il Foglio la aveva ufficializzata dandola per fatta. Bonelli, interrogato direttamente a L’aria che tira, era però stato perentorio: “Smentisco”.
Dopo un po’ l’altro leader di Avs, il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni si associava: “Leggo di un piano Fratoianni per candidarla. Non c’è nessun piano. Eviterei di scatenare un surreale dibattito mediatico”.
La smentita serviva soprattutto a non bruciare una trattativa vicinissima a concludersi ma forse non ancora definita nei particolari. Ma le probabilità di candidare la militante detenuta nelle carceri ungheresi per l’aggressione contro due neonazisti, a rischio di una condanna a 24 anni di galera, apparivano comunque molto alte nonostante le assicurazioni dei leader di Avs.
La famiglia e gli avvocati di Ilaria Salis, dopo essersi scottati con la vicenda della candidatura nelle liste del Pd, volevano procedere con i piedi di piombo e le dichiarazioni di Fratoianni e Bonelli miravano a evitare una prevedibile tempesta mediatica prima che tutto fosse arrivato in porto.
In effetti il commento di Lucio Malan all’indiscrezione poi smentita andava proprio in questa direzione, “Ilaria Salis: 4 condanne in giudicato e 29 denunce”. A margine del Consiglio europeo, però, la premier Meloni usa toni più ragionevoli e pacati: “La sua candidatura non cambierebbe niente rispetto al lavoro che sta facendo il governo: verrà garantita comunque come è giusto. Non so quanto la politicizzazione della sua vicenda possa aiutarla ma non mi permetto di giudicare le sue scelte”.
È anche possibile che qualche resistenza interna ci sia stata perché le liste di Avs sono già piene di esterni: al sud o nelle isole dovrebbe guidarle il sempreverde ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, al centro Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma affondato da Renzi, all’epoca col supporto della stessa Si.
L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, processato e assolto, campione di una strategia di integrazione opposta alla chiusura della destra potrebbe essere il capolista nel nord-est. Sono in tutta evidenza candidature che rispondono a un doppio requisito: una forte caratura politica ma allo stesso tempo la possibilità di calamitare voti, che tuttavia, stando ai sondaggi, ballano ancora intorno al quorum.
Ma che quelle resistenze ci siano state o meno la presenza in lista della detenuta di Orbàn è comunque una carta molto forte, in grado probabilmente di garantire al cartello rosso-verde il quorum del 4%.
Forse non servirà a rubare voti agli altri partiti, per quanto qualche consenso in forse tra Pd e Avs o tra 5S e Avs potrebbe scivolare verso la lista di Fratoianni e Bonelli. Sarà però certamente molto utile per richiamare alle urne l’intero elettorato potenziale di quella lista, evitando emorragie dovute all’astensionismo.
Se Salis sarà eletta gli effetti concreti sulla sua situazione carceraria sono in realtà incerti. “Le spetterebbe l’immunità, e la Corte ungherese per poter proseguire il processo penale a suo carico dovrebbe chiedere la sospensione dell’immunità stessa. Spetterebbe allora al futuro Parlamento europeo di pronunciarsi sul caso”, spiega il suo legale ungherese Gyorgy Magyar prima che la notizia della sua presenza in lista fosse ufficializzata.
Il margine di incertezza è dovuto al fatto che la vicenda per la quale la trentanovenne anarchica milanese è in carcere sarebbe precedente all’elezione e la decisione della Corte sarebbe pertanto incerta, anche se la difesa potrebbe comunque chiedere alla stessa Corte di pronunciarsi al più presto.
In ogni caso, l’anarchica, se europarlamentare, avrebbe probabilmente comunque il diritto di partecipare alle sedute plenarie a Strasburgo. Se anche l’Ungheria dovesse vincere il probabilissimo contenzioso con il Parlamento europeo su immunità e scarcerazione dovrebbe poi trasferire la parlamentare in Francia per ogni seduta plenaria. Il caso Salis finirebbe comunque al centro di una tempesta continentale.