Mattia Giani, il dolore della fidanzata Sofia: “Il suo ultimo messaggio: Ti amo da impazzire, convivevamo da 2 giorni”
La morte del 26enne dopo il malore in campo. "Eravamo proprio sul più bello. Sono senza lacrime: le ho finite". L'inchiesta della Procura sui soccorsi
Cronaca - di Redazione Web
Soltanto da due notti Mattia Giani conviveva con Sofia Caruso, la sua fidanzata. Il suo ultimo messaggio alla compagna: “Amore, ti ho lasciato l’accredito per la partita a nome Giani. Ti amo da impazzire”. La tragedia di Gianni ha sconvolto l’Italia: aveva 26 anni, attaccante del Castelfiorentino United 1925, società di Eccellenza, è stato stroncato da un malore in campo allo stadio comunale ‘Ballerini’ di Campi Bisenzio. Il giovane si è accasciato a terra dopo aver perso i sensi. È stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in codice rosso all’ospedale fiorentino di Careggi. È morto lunedì, dopo aver lottano tra la vita e la morte per una notte. Sarà aperta un’inchiesta dalla Procura di Firenze.
“Sono senza lacrime: le ho finite”, ha raccontato la fidanzata citata dal Corriere della Sera. Giani era residente a Ponte a Egola. Era cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Empoli, ma nella sua giovane carriera aveva militato anche nella Primavera del Pisa, per poi passare al Ponsacco, Cascina, Tuttocuoio, Grosseto e Real Forte Querceta, fino al passaggio al Castelfiorentino United 1925 due anni fa. “Pensavamo di sposarci, dicevamo di volere i bambini. Mattia mi ha fatto capire cosa fosse l’amore e si è preso cura di me. Matti era una persona pura e buona. Mi ha sempre detto che non mi avrebbe mai lasciata sola. Io continuerò ad amarlo per sempre. Ora mi sento di dovere andare avanti per lui”.
Il dolore della fidanzata Sofia
Sui social la ragazza ha espresso il suo dolore in un post: “Eravamo proprio sul più bello, amore mio ma grazie per esserti preso cura di me e avermi fatto capire il vero amore. Tu sei e sarai sempre l’amore della mia vita, Matti. Ti amerò per sempre e fino all’infinito. Sei la persona più pura che abbia mai conosciuto e mi hai sempre promesso che non mi avresti mai lasciata sola. Ti prego, proteggimi per sempre e dammi tutta la forza del mondo da lassù. Ciao amore mio, sorridi sempre così e insegnaci a tutti a giocare a calcio. Sono fiera di te, per sempre. Un bacio grande come l’universo”.
Le polemiche sui soccorsi
Giani è morto nell’anniversario della morte di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno che il 14 aprile del 2012 perse la vita nello stadio del Pescara. La Procura di Firenze aprirà un’inchiesta sulla tragedia. “Io so solo che il medico su quel campo non c’era – si chiede Sandro Giani, padre del 26enne – E che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. E che nel frattempo il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio e che poi è scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?”.
A Giani risponde l’addetto stampa del Lanciotto, Manuele Querci, ai microfoni di Italia 7. Querci ha assicurato che il medico c’era. “La situazione è stata drammatica – ha detto Querci – Siamo distrutti. Perdere un ragazzo di 26 anni per una partita di calcio che dovrebbe essere una festa è stato drammatico. L’ambulanza non era presente sul campo, ma non è obbligatorio. Serve un dottore nell’impianto che è andato prontamente sul ragazzo, insieme all’altro personale specializzato perché c’erano due infermieri e con il defibrillatore hanno cercato di stabilizzarlo”.