La candidatura dell'anarchica
Ilaria Salis candidata alle Europee per il Pd, ecco cosa significherebbe
Sarebbe un atto di giustizia. Sarebbe un gesto generoso. Sarebbe un passo simbolicamente molto importante per l’avvicinamento del Pd al garantismo. Il garantismo vero, rivoluzionario - di sinistra - è sempre in parte sovversivo.
Editoriali - di Redazione Web
Elly Schlein ieri ha incontrato il padre di Ilaria Salis e ha assicurato il suo impegno per ottenere la scarcerazione di sua figlia detenuta in condizioni disumane a Budapest. Subito dopo l’incontro si sono inseguite le voci sulla possibile decisione del Pd di candidare la Salis alle elezioni europee.
La stessa Schlein però, in serata, interrogata a Rai 1 da Bruno Vespa, ha detto che al momento “la questione della candidatura non è in campo”. E che non è in corso nessuna trattativa. Bisognerà attendere. Del resto è un po’ presto per avere le liste che parteciperanno alle elezioni europee.
Ci sono molte incognite che riguardano diversi argomenti: le competenze dei candidati, le capacità di aggregare consensi, l’equilibrio tra le diverse correnti e le differenti idealità. Le opportunità. È complicato comporre il puzzle in un partito fortemente eterogeneo e pluralista come è il Pd.
Ed è molto importante non commettere errori, perché l’obiettivo è quello di avere una forte rappresentanza al Parlamento europeo e di tentare una inversione dei rapporti di forza tra destra e sinistra nel recinto italiano.
Però, lasciatemi spendere due parole sommesse a favore della candidatura. Sarebbe un atto di giustizia. Sarebbe un gesto generoso. Sarebbe un passo simbolicamente molto importante per l’avvicinamento del Pd al garantismo. Il garantismo vero, rivoluzionario – di sinistra – è sempre in parte sovversivo.
Fondato sull’ossessione per la libertà e sulla capacità di non rispettare il perbenismo, le leggi, la smania di punizione che spesso prevale nel senso comune. Il garantismo serio di rado coincide col senso comune, quasi sempre coincide col coraggio e l’idealismo.
Certo, la sinistra col garantismo ha sempre avuto un rapporto difficile. Però ha avuto anche alcuni sussulti. Come quando nel 1983 – sotto la direzione di Berlinguer – Il Pci votò (seppure inutilmente) contro l’arresto di Toni Negri – il filosofo leader dell’autonomia operaia e ferocemente nemico del Pci – che invece fu determinato dal voto compatto della Dc e della destra.
Sarebbe straordinario se stavolta il Pd riprendesse quella spinta. E sarebbe anche straordinario strappare quella ragazza alle crudeltà di uno stato parafascista che vorrebbe rifilarle 10 o 20 anni di carcere duro per avere partecipato – forse- a una rissa con un gruppo di nazisti.