Il caso dell'anarchica
Caso Salis, sale l’idea Pd di candidarla alle Europee: i suoi legali pronti a una nuova battaglia
“Dinamiche che sfuggono alla mia comprensione”, dice il padre di Ilaria a proposito dell’idea dem. I legali pronti a una nuova battaglia
Giustizia - di Frank Cimini
“Si tratta di dinamiche politiche che sfuggono alla mia capacità di comprensione!”. Con queste parole risponde Roberto Salis, il padre di Ilaria, a chi gli chiede lumi sul tema della candidatura della fi glia alle elezioni europee nelle liste del Pd.
È un argomento sul quale da giorni cronisti e notisti politici vergano articolesse perentorie e definitive, tirando in ballo paragoni con i casi passati di Enzo Tortora e Toni Negri che in realtà c’entrano poco con quanto succede adesso. Come del resto dovrebbe essere chiaro che Ilaria Salis c’entra nulla con il Pd e il Pd c’entra nulla con Ilaria Salis.
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Il padre della donna detenuta da 13 mesi in Ungheria va oltre ribadendo che la linea del ministro della Giustizia Carlo Nordio si è rivelata “un buco nell’acqua. Quando uno che ricopre incarichi importanti ti dice di fare questo e quello e il tutto si rivela un buco nell’acqua una telefonata per mostrare vicinanza sarebbe sembrato il minimo. Invece non mi ha chiamato nessun rappresentante del Governo”.
L’ingegner Salis aggiunge di aver scritto una Pec al presidente Mattarella, “una lettera molto asciutta con riferimento a quella che gli avevo mandato il 17 gennaio e alla quale aveva risposto subito. Lui è il Garante della Costituzione, l’articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani e deve intervenire sul Governo che evidentemente non ha fatto quello che doveva fare”.
L’udienza di ieri a Budapest ha ulteriormente confermato che quello di Ilaria Salis è soprattutto un caso politico che solo la politica può risolvere e che lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di chi invita “a non politicizzare la vicenda”. Sono i politici della maggioranza di centrodestra a insistere sulla “prudenza, perché politicizzare il caso non aiuta”.
Ma tutti i politici si sono occupati della storia solo dopo le immagini di Ilaria in ceppi quando l’ambasciata italiana sapeva da quasi un anno. Per tornare al processo in corso il legale ungherese Giorgi Magyar spiega che dopo Pasqua sarà presentato il ricorso contro la decisione di negare gli arresti domiciliari “perché bisogna aspettare che la corte metta per iscritto l’ordinanza pronunciata in aula”.
L’avvocato Eugenio Losco afferma che saranno denunciate le minacce subite a Budapest da militanti di estrema destra. Saranno presentati esposti sia in Italia sia in Ungheria. “Hanno detto che ci avrebbero spaccato la faccia mentre scattavano foto e ci facevano un video. Non è stata certamente una cosa piacevole e pensiamo di tutelarci considerando anche che torneremo in Ungheria per ’udienza del 24 maggio” spiega il legale.