A Vilnius, in Lituania

Aggredito il braccio destro di Navalny, l’agguato a martellate a Leonid Volkov: “Volevano fare di me una cotoletta”

L'aggressore, non identificato, avrebbe rotto il finestrino dell'auto, spruzzato il gas lacrimogeno e colpito Leonid Volkov ripetutamente. "Il rischio principale è che verremo tutti uccisi", aveva detto in un'intervista poco prima dell'agguato

Esteri - di Redazione Web

13 Marzo 2024 alle 08:35

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FILE – Russia’s Leonid Volkov, Chief of staff for the 2018 presidential election for Alexei Navalny’s campaign, looks on, at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, Wednesday, Dec.15, 2021. Most Russian opposition figures are currently either in prison or in exile abroad. Still, many persist in challenging the Russian authorities, including by speaking out from behind bars. (AP Photo/Jean-Francois Badias, File) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain
FILE – Russia’s Leonid Volkov, Chief of staff for the 2018 presidential election for Alexei Navalny’s campaign, looks on, at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, Wednesday, Dec.15, 2021. Most Russian opposition figures are currently either in prison or in exile abroad. Still, many persist in challenging the Russian authorities, including by speaking out from behind bars. (AP Photo/Jean-Francois Badias, File) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain

Aggredito a martellate e gas lacrimogeno uno dei principali collaboratori del dissidente politico russo Alexei Navalny, l’avvocato e principale oppositore del Presidente Vladimir Putin morto lo scorso febbario in una colonia penale in Siberia. Leonid Volkov è stato aggredito all’esterno della sua casa a Vilnius, capitale della Lituania. “Non ho il dono di prevedere il futuro, non so quanto successo avrà la nostra organizzazione in futuro. Questi sono tempi molto bui per noi, molto impegnativi, ma ovviamente abbiamo una forte determinazione ad andare avanti”, aveva detto in un’intervista rilasciata poche ore prima dell’agguato.

Fino a un anno fa l’attivista era stato Presidente della Fondazione anticorruzione creata da Navalny. Era stato prima responsabile degli uffici regionali e delle campagne elettorali di Navalny. L’anno scorso aveva lanciato il progetto “Navalny’s Campaigning Machine”, per parlare con quanti più russi possibile, per telefono o online, e metterli contro Putin in vista delle elezioni presidenziali dei prossimi 15, 17 marzo. Ha 43 anni. La notizia dell’aggressione a Volkov è “scioccante”, ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis su X, aggiungendo che “gli autori dovranno rispondere del loro crimine”.

Chi è Leonid Volkov

La portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha raccontato che Volkov era nella sua auto quando l’aggressore, non identificato, “ha rotto il finestrino, spruzzato il gas lacrimogeno e iniziato a colpire Leonid Volkov con un martello”. L’attivista è stato portato in ospedale dopo l’agguato. L’aggressione si è consumata a circa un mese dalle nuove elezioni presidenziali in Russia, che Volkov aveva definito “un circo”. Putin, che guida la politica russa da circa 25 anni, correrà senza praticamente oppositori. La stretta ai dissidenti è diventata ancora più dura con l’invasione dell’Ucraina. A Ria Novosti e Rossiya 1 il Presidente ha dichiarato di essere “pronto per i negoziati” ma solo se si terranno “sulla base delle realtà che si sono sviluppate, come si dice in questi casi, sul terreno, e non su desideri derivanti dall’uso di psicofarmaci”.

In quell’intervista realizzata poche ore prima di essere aggredito, Volkov aveva detto al quotidiano indipendente russo Meduza di essere preoccupato per la sua incolumità: “Il rischio principale ora è che verremo tutti uccisi. Il perché è una cosa abbastanza ovvia”. Dopo l’aggressione ha dichiarato in un video su Telegram: “Lavoreremo e non ci arrenderemo”. Ha raccontato di avere un braccio rotto, causato da un un “caratteristico saluto da bandito. Quell’uomo mi ha aggredito nel cortile, mi ha colpito alla gamba circa 15 volte. La gamba in qualche modo è a posto. Fa male camminare. Volevano letteralmente fare di me una cotoletta”.

Chi era Navalny 

Navalny era considerato da anni l’oppositore più forte e pericoloso di Putin. Era in carcere da tre anni, era stato trasferito a dicembre nella prigione di massima sicurezza IK-3. Fu avvelenato nel 2020 mentre faceva campagna elettorale in Siberia e si salvò soltanto grazie a un atterraggio di emergenza dell’aereo su cui viaggiava e per le cure ottenute in Germania, dove venne trasferito. Al suo ritorno in Russia venne arrestato. Scontava accuse giudicate dalla maggior parte di osservatori e opinione pubblica – soprattutto occidentale – politicamente motivate.

Era stato accusato di aver finanziato e di far parte di organizzazioni estremiste, violazione della libertà vigilata, frode e appropriazione indebita. Era imputato in 14 processi. Il servizio penitenziario aveva dichiarato dando la notizia del decesso che Navalny era morto dopo essersi “sentito male dopo una passeggiata” e che aveva “perso conoscenza quasi immediatamente”. Il sito RT, controllato dal governo, aveva parlato di un trombo letale che aveva causato un ictus, un’embolia polmonare o un infarto.

13 Marzo 2024

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