Il segretario di Stato

Parolin corregge Papa Francesco, Guerra Ucraina: “Devono essere i russi i primi a fermarsi”

Il più stretto collaboratore del Pontefice: "La Santa Sede continua a chiedere il 'cessate il fuoco' e l’apertura di trattative. Negoziare non è debolezza, ma è forza". La paura di un allargamento del conflitto e della minaccia nucleare

Esteri - di Redazione Web

12 Marzo 2024 alle 12:20

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Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 29-11-2023 Roma (Italia) – Politica – Camera dei Deputati, Lectio Magistralis di Mons. Pietro Parolin – Nella foto: il Segretario di Stato della Santa Sede Mons.Pietro Parolin durante la Lectio Magistralis su “ il senso delle istituzioni nella visione pedagogica di Luigi Secco “ November 29, 2023 Rome (Italy)- Politics – Chamber of Deputies, Lectio Magistralis by Mons. Pietro Parolin – In the photo: the Secretary of State of the Holy See Mons. Pietro Parolin during the Lectio Magistralis on “the meaning of institutions in the vision pedagogy of Luigi Secco “
Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 29-11-2023 Roma (Italia) – Politica – Camera dei Deputati, Lectio Magistralis di Mons. Pietro Parolin – Nella foto: il Segretario di Stato della Santa Sede Mons.Pietro Parolin durante la Lectio Magistralis su “ il senso delle istituzioni nella visione pedagogica di Luigi Secco “ November 29, 2023 Rome (Italy)- Politics – Chamber of Deputies, Lectio Magistralis by Mons. Pietro Parolin – In the photo: the Secretary of State of the Holy See Mons. Pietro Parolin during the Lectio Magistralis on “the meaning of institutions in the vision pedagogy of Luigi Secco ”

Ritorna sul botta e risposta, l’alta tensione tra il Vaticano e Kiev il cardinale Pietro Parolin, che in un’intervista a Il Corriere della Sera ha corretto la mira, aggiustato il bersaglio delle parole che lo scorso fine settimane Papa Francesco aveva pronunciato sulla guerra in Ucraina. Si parlava del “coraggio” della resa, della “bandiera bianca”. Parole prese malissimo, com’era prevedibile che fosse, a Kiev ma anche in Polonia e in Lettonia. Non si erano fatte attendere le repliche. Parolin non ha smentito il Pontefice ma ha precisato che è “ovvio” che devono essere entrambe le parti in conflitto a creare le condizioni per un negoziato e che la prima è “mettere fine all’aggressione” e che a cessare il fuoco debbano essere “innanzitutto gli aggressori”.

La guerra in Ucraina è esplosa nel febbraio del 2022, con l’invasione annunciata dal Presidente Vladimir Putin. La posizione della Chiesa era stata criticata anche in altri momenti del conflitto. Papa Francesco aveva inviato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sia a Kiev che a Mosca per aprire spiragli di pace. Niente da fare. Sabato scorso era stata pubblicata un’anticipazione dell’intervista della Radiotelevisione Svizzera che sarà diffusa integralmente il prossimo 20 marzo.

Le parole di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina

“Credo che è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca. E negoziare: oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. Ci sono, no?”, le parole del Pontefice nell’intervista. “Quella parola, ‘negoziare‘, è una parola coraggiosa: quando tu vedi che sei sconfitto, che la cosa non va, avere il coraggio di negoziare. E ti metti vergogna, ma se tu continui così quanti morti hai poi? E finirà peggio ancora. Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore: oggi per esempio con la guerra in Ucraina sono tanti che vogliono fare il mediatore no? La Turchia per esempio. Non avere vergogna di negoziare, prima che la cosa sia peggio”.

Le repliche a Papa Francesco da Ucraina, Polonia e Lettonia

Il Presidente Volodymyr Zelensky aveva parlato degli ucraini che si sono mobilitati: “Questo è ciò che la Chiesa è: con le persone e non a duemila e cinquecento chilometri di distanza, da qualche parte a mediare virtualmente tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che vuole distruggerti. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: “La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere”.

Anche da Varsavia il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski aveva invitato il Pontefice a “bilanciare” e a “incoraggiare Putin ad avere il coraggio di ritirare il suo esercito dall’Ucraina? La pace arriverebbe immediatamente senza bisogno di negoziati”. E il presidente della Lettonia, Edgards Rinkevics, aveva aggiunto: “La mia opinione: non dobbiamo capitolare davanti al male, dobbiamo combatterlo e sconfiggerlo, affinché il male alzi bandiera bianca e capitoli”.

Le dichiarazioni di Parolin

“La Santa Sede persegue questa linea e continua a chiedere il ‘cessate il fuoco’ — e a cessare il fuoco dovrebbero essere innanzitutto gli aggressori — e quindi l’apertura di trattative. Il Santo Padre spiega che negoziare non è debolezza, ma è forza. Non è resa, ma è coraggio. E ci dice che dobbiamo avere una maggiore considerazione per la vita umana, per le centinaia di migliaia di vite umane che sono state sacrificate in questa guerra nel cuore dell’Europa”, ha dichiarato al Corriere Parolin.

Chi è Pietro Parolin

69 anni, Pietro Parolin è Segretario di Stato Vaticano, il collaboratore più stretto del Pontefice. “La Santa Sede è preoccupata per il rischio di un allargamento della guerra. L’innalzamento del livello del conflitto, l’esplodere di nuovi scontri armati, la corsa al riarmo sono segnali drammatici e inquietanti in questo senso”, ha aggiunto. La minaccia di un conflitto nucleare, cui anche il Papa ha fatto più volte riferimento, infine: “Non posso che sperare che si tratti di una propaganda strategica e non di un ‘avvertimento’ di un fatto realmente possibile”.

12 Marzo 2024

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